Storia di Tiro, la città immortale

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Il viaggio di Ibn Battuta riprende in Libano, prima tappa Tiro, una delle città più antiche della Storia

Le parole di Ibn Battuta

Tiro è diventata proverbiale per la sua inespugnabilità e per la sua capacità difensiva, perchè il mare la circonda da tre lati e possiede due porte: una sulla terraferma e l’altra verso il mare.

Ibn Battuta

Le mitiche origini di Tiro

A causa della sua incredibile ed antichissima storia, non si sa con certezza quando la città venne fondata, anche se, secondo Erodoto, che la visitò nel 450 a.C., è probabile che divenne ufficialmente un insediamento nel 2750 a.C.. Recenti scoperte archeologiche hanno comunque individuato tracce umane risalenti già al 2900 a.C.. Avendo sviluppato da sempre un profondo culto per il dio cananeo Melqart, molte leggende legherebbero l’atto materiale della fondazione proprio a quest’ultimo, cosa che la rese uno dei “centri sacri” per il popolo greco.

Tiro
Melqart

Quest’ultimi associavano infatti Melqart ad Ercole, rendendo così la città appetibile per i propri miti; non è un caso che Europa, fanciulla sedotta da Zeus in veste di toro e che darà poi nome all’attuale Europa, fosse originaria proprio di Tiro. Tra l’altro, gli ellenici fanno risalire il proprio alfabeto che sarebbe stato introdotto in Grecia da Cadmo, fratello di Europa e pretendente al trono di Tiro.

Il Mare di Tiro

Pur essendo fondata tanto anticamente, la città iniziò davvero a prosperare solo nel 1700 a.C., quando l’arrivo degli Egizi permetterà agli abitanti di far conoscere in tutto il Mediterraneo la propria specialità: la porpora. Essa veniva infatti estratta a Tiro attraverso un complicato procedimento che da 8000 molluschi produceva appena 1 grammo di tintura; proprio per la sua rarità, il bene prosperò trasformando l’insediamento in una delle tappe principali di tutto il mare.

Tiro
Porpora di Tiro

Con la graduale perdita d’influenza egizia e la caduta di città come Alalakh ed Ugarit, la città divenne una vera e propria potenza commerciale, tanto che talvolta il Mar Mediterraneo veniva chiamato addirittura “Il mare di Tiro”. Infatti, grazie alla loro incredibile abilità navale, ingegneristica e della lavorazione dei metalli, la conoscenza fenicia venne esportata in tutto al mare, diventando per secoli quella dominante. Con la salita al trono di Hiram I, nel 980 a.C. la città raggiunse il suo massimo picco, intessendo relazioni sempre più forti con il vicino Regno ebraico e, soprattutto, iniziando a fondare colonie, la più celebre delle quali fu Cartagine.

Cartagine, nuovi popoli ed Alessandro Magno

In realtà, proprio dalla fondazione di quest’ultima possiamo osservare come ormai la situazione fosse sempre più tesa nella madrepatria. Infatti, dopo la morte di Hiram I, era cominciata una violenta lotta di potere fra la stirpe reale e la classe sacerdotale, tanto che Didone, la fondatrice materiale di Cartagine, era in fuga quando s’insediò in Nord Africa. A complicare le cose, poi, vi fu una pressione sempre maggiore da parte dei Neo-assiri, i quali avevano messo da tempo gli occhi su Tiro.

Tiro

I Neo-assiri riusciranno effettivamente ad imporre il proprio dominio sulla città, tuttavia il loro crollo nel 609 a.C. porterà molti disordini nell’intera regione, la quale sarà prima dominata dai Neo-babilonesi e poi, a partire dal 539 a.C., dai Persiani. Tiro si legò profondamente ai nuovi dominatori, tanto che, quando Alessandro Magno giunse nella regione, la città fu una delle poche a non sottomettersi, tanto da costringere il macedone ad un assedio di ben 7 mesi. L’arrivo del conquistatore ellenico, oltre che esser catastrofico per l’insediamento, ne cambiò anche profondamente la planimetria; Tiro era infatti sempre stata un’isola, la vittoria del greco la trasformò in una piccola penisola.

Tiro romana e bizantina

Morto il grande condottiero, la città passò sotto la dominazione dei suoi successori, liberandosi poi definitivamente nel 126 a.C. . L’indipendenza guadagnata, le permise di accordarsi con Roma da alleata piuttosto che da città sottomessa, mantenendo così un’incredibile autonomia e continuando a fiorire per i decenni a venire; durante questo periodo iniziò anche la produzione di lino e del garum, specialità a base di pesce. Data l’importanza sotto l’Impero romano e la sua vicinanza alla Palestina, non sorprende che anche Gesù stesso abbia visitato la città, generando così uno dei primissimi centri di culto cristiani della Storia.

Tiro

La massima gloria per la città arriverà tuttavia sotto Adriano, il quale: le permise di battere moneta, vi costruì un arco ed uno degli ippodromi più grandi dell’Impero e le conferì il titolo di “Metropoli”; inoltre sotto Septimio Severo divenne capitale della Siria Fenicia. A seguito dell’Editto di Milano, la città trasformò il Grande tempio di Melqart in una delle prime chiese della storia e fu proprio da qui che San Frumenzio partì per diffondere il cristianesimo in Etiopia. Con la caduta dell’Impero romano, la città continuò a fiorire sotto i Bizantini ma, a causa di una serie di terremoti che la videro protagonista dal 502 al 551, iniziò un piccolo declino che la porterà prima in mano persiana e poi araba.

Arabi e crociati

Con l’arrivo degli Umayyadi, Tiro si trasformerà in breve tempo da greca e cristiana ad araba e musulmana, mantenendo comunque viva la propria autonomia e riuscendo a fiorire ancora più forte. Tuttavia, a partire dall’arrivo dei Fatimidi, l’intera area del Bilad ash-Sham visse una situazione politica di grande instabilità, culminata poi con l’arrivo dei crociati.

Tiro

Quest’ultimi s’insedieranno nella città a partire dal 1124, trasformandola nella propria fortezza principale in Terrasanta, tanto che bisognerà attendere il 1291 per rivederla in mano araba. Particolare che sarà proprio con tale conquista che gli europei ri-inizieranno a scoprire Asia e Via della Seta. Con la conquista dei Mamelucchi, la città inizialmente si riprese ma, con il crollo del prezzo tinture, principale polmone commerciale della città, Tiro subì un crollo rapido e costante, tanto che Ibn Battuta poté osservare solo rovine.

Alla ricerca di una rinascita

Sotto gli Ottomani, che nel 1516 conquistarono tutta la regione del Bilad ash-Sham, le cose non andarono molto meglio ma, tuttavia, vi furono diversi tentativi di ripresa. I nuovi conquistatori preferivano infatti assegnare la sovranità di queste regioni alle nobiltà locali e ciò fece si che in molti si adoperassero per veder risorgere Tiro. Il primo fra tutti fu Fakhr al Din II, emiro druso che per primo spinse cristiani e sciiti ad emigrare in quest’area, nella speranza di ricostruire il porto della grande città e poter creare così un attracco per i suoi segreti alleati, i toscani. Il piano dell’emiro era infatti quello di formare un’alleanza con il regno cristiano ed assicurarsi un proprio dominio personale, cosa che però fallì miseramente.

Tiro

In compenso, i suoi tentativi di ripopolare l’area diedero i loro frutti, in quanto Tiro divenne ben presto sede degli al Saghir, dinastia sciita emigrata di recente nella zona ma che ne diventerà assoluta protagonista. Questa famiglia si prodigò infatti a lungo per il benessere della città, trasformandola in un porto sicuro per ogni correligionario in fuga. In contemporanea a ciò, grazie agli sforzi del vescovo Euthimio Saif, divenne anche uno dei centri della Chiesa melkita.

La caduta ottomana e l’arrivo dei francesi

Con il declino dell’Impero ottomano, Tiro ed i suoi dintorni subirono un’influenza sempre maggiore della Francia, sempre più interessata al Libano in quanto “protettrice dei cattolici d’Oriente“. Ciò spinse i transalpini ed entrare con sempre maggior vigore nella regione, la quale vedeva comunque forti disordini interni per la nuova politica dei Giovani Turchi. Quest’ultimi, avendo incoraggiato un risveglio del nazionalismo turco, spinsero quest’area a diventare uno dei centri del panarabismo, il quale darà vita a diverse ribellioni che contribuiranno alla caduta della Sublime Porta nel Vicino Oriente.

Tiro

A seguito del Trattato di Sevres, l’intero paese divenne parte del “Mandato francese della Siria e del Libano”, causando enorme malcontento nella popolazione di Tiro. Questa, ormai a netta maggioranza sciita, aveva infatti sperato che re Faisal I potesse creare un regno arabo di Siria, sogno che tuttavia s’infranse nella battaglia di Maysaloun del 1920. Va detto comunque che, grazie alla politica pacifista dell’imam sciita Sharafeddin al Musawi, in città non vi fu una resistenza armata; tuttavia il leader religioso venne allontanato dal paese per via del suo forte supporto alla causa panaraba.

Indipendenza e prime tensioni

Nel 1943, con l’indipendenza del Libano, l’imam poté finalmente far ritorno in patria, dove però si attirò le antipatie dei più ferventi filo-francesi, i quali erano sempre più preoccupati dall’evolversi della Crisi levantina che vide coinvolte Parigi, Londra e Damasco. Anche i siriani ambivano a ricongiungersi con i libanesi e ciò portò coloro che vedevano con terrore tale unione ad unirsi, ponendo le basi della Prima guerra civile. Inoltre, la situazione si fece ancor più complicata con la nascita di Israele nel “48 e la conseguente Nakba, che colpì particolarmente Tiro ed il Sud del Libano per la loro vicinanza ai confini palestinesi.

Tiro
Abd al-Husayn Sharaf al-Din al-Musawi

Con l’effettiva nascita della Repubblica Araba Unita voluta da Nasser, vi furono i primi focolai di rivolta, i quali, uniti ad: una crescente tensione fra clan, un maggior impoverimento della regione e un continuo arrivo di profughi palestinesi, diedero vita alla Crisi libanese del 1958, che si concluse solo grazie all’intervento degli Usa. Il 31 dicembre 1957, inoltre, l’imam Sharafeddine morì e la comunità sciita nominerà Musa Sadr, uso parente, come nuovo capo della comunità, scelta che condizionerà molto tutta la storia libanese contemporanea.

Lo scoppio della Guerra civile

Il nuovo arrivato si rivelerà infatti determinante per tutto il mondo sciita locale, formando un senso di unione e comunità come mai quest’ultima aveva conosciuto. Con tensioni sempre maggiori fra palestinesi ed israeliani, Tiro divenne sempre più legata ai propri vicini arabi e ciò porterà quest’area a militarizzarsi sempre più, anche in virtù di diverse penetrazioni sioniste sul suolo libanese. Con un governo sempre più marginalizzato ed un nemico alle porte, nel 1975 Musa Sadr creerà Amal, partito politico che diventerà noto alle cronache per la sua milizia, una delle protagoniste della Guerra civile.

Tiro
Musa Sadr

Quello stesso anno inizieranno i primi scontri veri e propri e Tiro, essendo uno dei quartieri generali della milizia palestinese ed il più vicino ad Israele, divenne subito bersaglio di quest’ultimo. Nel 1976 la città subì il primo blocco navale sionista e nel 1978 l’esercito israeliano penetrerà nel Sud del Libano occupandolo tutto, salvo Tiro ed il suo vicinato, che comunque subirono ingenti perdite. La situazione si complicò ancor di più nel 1982 quando, a seguito di un attentato ad un suo ambasciatore a Londra, Israele occupò militarmente l’area, dando via alla Guerra del Libano.

Le ultime tensioni e la pace

A seguito di alcuni pesantissimi attentati subiti dalle forze israeliane, nel 1985 i sionisti si ritirarono, mantenendo però parte della propria influenza attraverso l’Esercito del Libano del Sud. Ciò tuttavia, unito alla nascita di Hezbollah nello stesso anno, acuirà i contrasti fra alleati, portando così alla “Guerra dei campi”, momento particolarmente drammatico del conflitto che colpì sopratutto i campi profughi e che vide per la prima volta una netta divisione fra OLP ed Amal (supportato dalla Siria di Assad). Con gli accordi di Taif del 1991 nel paese dominerà comunque ma la pace ma, a causa della sua posizione geografica e politica, Tiro ed il Sud del Libano avranno molte difficoltà a trovare una pace duratura e salda nel tempo.

Tiro

Nel 2006, infatti, la tensione fra Beirut e Tel Aviv riprende ad accendersi a seguito del lancio di alcuni missili che porteranno poi ad una nuova Guerra del Libano, durata però appena 34 giorni.

La storia di Tiro è fra le più vaste della storia umana, speriamo di non avervi preso troppo tempo, abbiamo provato ad inserire solo le vicende principali, ma questo luogo è tanto antico quanto la Storia stessa. Domani ci vediamo con Sidone, poi Beirut, Tripoli e Baalbek.

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