Storia di Nablus, la città nuova

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Fondata dai romani con il nome di Neapolis, Nablus è diventata nel corso dei secoli uno dei centri mondiali per la produzione di olio e cotone

Le parole di Ibn Battuta

Mi diressi a Nablus, una città grandissima, con molti alberi e corsi d’acqua perenni. È una delle città siriane più ricche di ulivi e l’olio che se ne ricava viene esportato al Cairo e a Damasco. […]

Nablus

Di Nablus vanno inoltre ricordati i deliziosi meloni, che dal suo nome vengono chiamati nabulusi ed infine la moschea del venerdì, che rappresenta il massimo della bellezza e della perfezione e ospita, al centro, un bacino d’acqua dolce.

“I viaggi” di Ibn Battuta

Nablus, la Napoli della Palestina

Al contrario di Gaza e di Hebron, Nablus venne fondata nel 72 d.C. dall’imperatore romano Vespasiano, prendendo il nome di Neapolis, ovvero di “città nuova”, per simboleggiare un nuovo inizio della comunità locale. La città venne eretta, infatti, ad appena 2 km da Shechem, antichissimo luogo, storicamente legato ai Samaritani, che era stato distrutto proprio di recente a seguito di rivolte ebraiche; sotto i romani la città crebbe e fiorì, condividendo con i suoi fondatori anche il culto, pagano prima e cristiano poi.

Nablus

I contrasti con la comunque presente e nutrita comunità samaritana, crebbero esponenzialmente con conversione di Roma, tanto che, proprio a quel momento storico, sono associabili i maggiori massacri fra i 2 popoli.

Da Neapolis a Nablus

Con il trionfo di Khalid ibn al Walid nella battaglia di Yarmouk del 636, Neapolis passò definitivamente sotto il controllo arabo, che la rinominarono Nablus, trasformandola in uno dei maggiori centri commerciali e cosmopoliti della regione, attirando alla propria corte musulmani, Samaritani, persiani, ebrei e cristiani.

Nablus

I crociati la dominarono poi per 100 anni, trasformandola in uno dei loro possedimenti più importanti, tanto che, anche dopo la riconquista per mano araba, divenne uno dei luoghi più caldi della Palestina; sarà solo con l’arrivo dei Mamelucchi del 1260 che Nablus troverà finalmente stabilità a lungo termine, tanto da dedicarsi alla coltivazione dell’ulivo, specialità della zona. Sotto il dominio ottomano la città crebbe esponenzialmente per quanto concerne il commercio e la produzione di sapone e cotone, divenendone il maggiore centro del Levante.

Guerra ed occupazione

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Nablus ed i suoi dintorni divennero un punto focale della Campagna di Sinai e Palestina, tanto che nei suoi pressi si combatterono ben 3 battaglie, fra cui quella di Megiddo, nella quale fu coinvolto persino Mustafa Kemal Atatürk, padre della Turchia moderna. Con la creazione di Israele, la città non venne coinvolta nel famigerato Piano di partizione della Palestina, attirando tuttavia moltissimi profughi palestinesi che, al contrario, a causa di tale piano persero casa ed averi; dopo la Prima guerra arabo-israeliana, Nablus passò sotto il controllo giordano, cui rimase sino alla Guerra dei 6 giorni

Nablus

Come tutte le altre città palestinesi, anche quest’ultima subì l’occupazione militare sionista che, proprio in quest’area, fu fra le più dure in assoluto; tanto che, proprio qui, nel 1985 venne imposto un coprifuoco di 5 giorni, il più lungo mai attuato dall’esercito israeliano. Circondata da colonie sioniste, Nablus divenne uno dei centri della Seconda intifada onorando il suo soprannome di Jabal an-Nar, il “fuoco della montagna”; anche per questo, nel 2002 divenne preda sistematica di operazioni militari israeliane, fra cui Operazione scudo difensivo e Operazione percorso determinato, le quali danneggiarono pesantemente la città (compresa la Grande moschea e la chiesa ortodossa) ed abitanti. Tutt’oggi Nablus è uno dei luoghi più attivi della regione contro le forze sioniste, se volete conoscere meglio la città, leggete: Sabun di Alae al Said.

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