“Indiana Jones e l’ultima crociata” di Steven Spielberg

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Nel terzo capitolo della serie, Indiana Jones si recherà prima ad Alessandretta e poi a Petra sulle tracce del Sacro Graal, il mitico calice in cui (pare) bevve Gesù. Da dove nasce però tale leggenda e quali sono i suoi “fratelli”?

Indiana Jones e l’ultima crociata

L’affascinante archeologo viene avvicinato dal miliardario Walter Donovan, che tenta di assoldarlo per la ricerca del Sacro Graal, il calice usato da Gesù durante l’Ultima Cena. Indy sbeffeggia il miliardario fino a quando non scopre che il misterioso archeologo assunto prima di lui e misteriosamente scomparso durante l’impresa è proprio che suo padre. Questa notizia mette Indiana subito in viaggio verso Venezia, da dove aveva ricevuto l’enigmatico libretto di appunti di suo padre e dove conosce l’archeologa Elsa Schneider. Insieme a quest’ultima farà una serie di scoperte che lo porteranno a compiere importanti passi avanti verso il Santo calice toccando luoghi come Alessandretta e Petra.

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Alla ricerca del Graal

In questo capitolo, Indiana Jones ci porterà ad addentrarci in uno dei miti più famosi ed iconici di tutto il medioevo cristiano, muovendosi costantemente in una ricerca in Oriente arrestandosi solo ad El Khazneh, facciata principale e più celebre di Petra. Secondo il film, infatti, proprio al suo interno sarebbe conservato quello che da molti viene considerato come uno degli oggetti più sacri in assoluto, in grado, secondo il mito, di fornire vita eterna a chiunque ne assapori un sorso.

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In realtà, come per ogni film di Indiana Jones, anche in questo terzo capitolo la fantasia supera spesso e volentieri la realtà, riempiendo quest’ultima della celeberrima “magia hollywoodiana”. Il fantomatico calice, infatti, oltre a non esser probabilmente mai esistito (ovviamente anche Gesù beveva in bicchieri, ma nessun di questi dovrebbe essere “speciale”), avrebbe avuto funzioni e poteri diversi in base a racconto e periodo storico, andando a sostituire uno dei tanti sacri calici delle varie mitologie.

Oltre il Sacro Graal

Oltre al Sacro Graal cristiano, infatti, esistono: la Coppa di Jamshid nella cultura persiana, l’Akshaya Patra in quella indiana e la Cornucopia in quella greca. Secondo le rispettive tradizioni, tutti questi contenitori sono in grado di portare incredibili benefici e benedizioni al possessore, permettendogli, in un certo senso di servirsi solo di quest’ultimo per il proprio sostentamento. Piuttosto che un vero e proprio cibo o bevanda, ad egli basterebbe il mitico bicchiere per vivere in eterno, sostituendo de facto l’oggetto all’alimento.

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Molto interessante un confronto con il mondo islamico, nel quale non esiste alcun contenitore con tali caratteristiche ma esistono, in compenso, moltissime fonti paradisiache che ne farebbero le veci. Come al solito, l’Islam si focalizza su l’irrapresentabile, piuttosto che a qualcosa soggetto a mitizzazione. Tornando a noi, il film di Indiana Jones rappresenta un ottimo mezzo per passare del tempo piacevole con i propri cari, riuscendo così a trovare un compromesso fra la nostra voglia d’Oriente e il loro desiderio di rimanere nella propria “infanzia hollywoodiana”.

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