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“Oltre la notte” di Fatih Akın ci permette di osservare appieno il contemporaneo terrorismo neo-nazista in Germania, facendoci vivere sulla nostra pelle il pathos di quei drammatici momenti
Oltre la notte
La vita di Katja (Diane Kruger) viene improvvisamente sconvolta dalla morte del marito Nuri e del figlioletto Rocco, rimasti uccisi nell’esplosione di una bomba. Grazie al sostegno di amici e familiari, Katja riesce ad affrontare il funerale e ad andare avanti. Ma la ricerca ossessiva degli assassini e delle ragioni di quelle morti insensate la tormenta, riaprendo ferite e sollevando dubbi. Danilo, avvocato e miglior amico di Nuri, rappresenta Katja nel processo finale contro i due sospetti: una giovane coppia appartenente a un’organizzazione neonazista. Il processo è un’esperienza durissima per Katja, che però non si arrende, vuole giustizia.
I delitti del kebab
Il film ci porterà a rivivere con violenza dinamiche che credevamo ormai lontane, svanite con la Seconda guerra mondiale e con la conseguente vittoria degli Alleati; credenza, purtroppo, destinata a sgretolarsi. L’opera di Akın si ispira a fatti reali i quali portarono in 7 anni alla morte di circa 10 persone, uccise solo ed esclusivamente per le proprie origini, qualcosa di abominevole e disgustoso solo a pensarci. Dal 2000 al 2007, infatti, la Germania vide una serie di attentati di matrice neo-nazista, soprannominati “delitti del kebab” per i luoghi in cui si compirono tale bestialità.

Ciò fu motivo di grande scandalo non solo per gli atti in sé, ma anche perché apparse una particolare accondiscendenza nei loro confronti da parte dei servizi segreti teutonici. Con la sconfitta di Adolf Hitler, infatti, il suo ex partito venne riempito da 007 locali, permettendo così un’incredibile controllo dei movimenti nazisti, perdendo però, al contempo, grandi margini di manovra. Secondo molti analisti gli interventi poco tempestivi sarebbero dovuti proprio alla paura di “far saltare il banco”, creando le condizioni affinché essi si verificassero costantemente nel corso degli anni; non a caso l’ultimo omicidio del gruppo sarà ai danni di una poliziotta, Michele Kiesewetter, la cui arma di servizio verrà ritrovata nel 2011 nel covo dei mostri, in Turingia.
Vivere il terrorismo
Alla luce di ciò, il film di Akın acquista maggior interesse in quanto ci permetterà di comprendere appieno come tali avvenimenti modifichino la vita di ciascuno di noi, alterandone per sempre il percorso. Dal momento dell’attentato, infatti, la vita di Katja cambierà radicalmente, portandola a confrontarsi con realtà ed episodi che non avrebbe mai pensato e costringendola ad osservare la “banalità del male“, stavolta in forma contemporanea.

[Da qui possibili spoiler] Durante il processo assisteremo alla banalità ed alla tranquillità con cui accusati ed avvocato gestiranno la tragedia, nel peggiore dei casi quasi seccati dal tempo che la vittima gli sta facendo perdere. Haberbeck, l’avvocato difensore, ci mostrerà in particolare il cinismo del suo ruolo, che gli permetterà di rendersi impassibile dalla realtà, concentrandosi solo ed esclusivamente sul suo compito: vincere, non importa se i suoi assistiti sono palesemente colpevoli di aver ucciso a sangue freddo un padre ed il suo pargolo. Ciò che però disgusterà nel profondo ogni amante della giustizia sarà il verdetto: “innocenti”, qualcosa che distruggerà definitivamente l’esistenza di Katja, già messa a dura prova per ciò che aveva subito.
“Oltre la notte” è un film particolare, per molti versi strano ed a tratti apatico, ma che permetterà di osservare la Germania ed i suoi problemi, archiviando, almeno per un po’, l’idea di un paese giusto e perfetto; troppe le mancanze subite dai cittadini di seconda generazione e troppo pesante l’eredità del Führer per fingere che tutto sia “scomparso” (discorso che sarebbe da fare tassativamente anche per l’Italia ed i nostalgici del fascismo).
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