“Il principe d’Egitto” della Dreamworks

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Il “Principe d’Egitto” è senza alcun ombra di dubbio uno dei migliori cartoni animati degli ultimi 30 anni, in grado di raccontare la storia di Mosè senza però far scemare l’intrattenimento

Il principe d’Egitto

In Egitto, il popolo ebraico viene ridotto in schiavitù. Il faraone Seti, temendo che un aumento allarmante degli schiavi ebrei possa portare a una ribellione, ordina alle sue guardie di uccidere tutti i neonati maschi ebrei. Una madre in preda al panico, si precipita al fiume Nilo per sfuggire alle guardie del faraone che cercano il suo bebè e depone il piccolo in un cestino, lo addormenta cantandogli una ninna nanna, e lo affida alle acque, sperando che lo conducano al sicuro. Anche sua figlia Miriam è lì con lei e, dopo aver seguito il canestro lungo le rive del fiume, lo vede giungere al palazzo del faraone, dove viene adottato dalla la regina Tuya, e lo cresce insieme a suo figlio Ramses.

principe egitto

Venti anni dopo, Seti nomina Ramses Principe Reggente e gli conferisce autorità sui templi egiziani. In omaggio, gli viene offerta una bellissima giovane donna madianita, Zippora. Ramses consegna Zippora a Mosè. Più tardi quella notte, la ragazza fugge dal palazzo e Mosè, inseguendola, si imbatte nell’ormai adulta Miriam, ma non la riconosce. Miriam quindi canta la ninna nanna della madre e Mosè inizia a ricordare. Tornato a palazzo, in seguito a un sogno angoscioso, trova la pittura che racconta la strage dei neonati e il faraone gli racconta tutta la verità, sostenendo che dopotutto gli ebrei erano solo schiavi. Turbato, il giorno successivo Mosè cerca di salvare uno schiavo dalle percosse di una guardia, ma finisce per ucciderla. Così Mosè fugge nel deserto, dove incontrerà nuovamente Zippora e verrà incaricato da Dio di liberare il suo popolo dall’oppressione.

I dolori del Mosè uomo

Il film porta sul grande schermo la storia di Mosè, riuscendo a mantenere inalterati forma e tematiche bibliche, senza però per questo risultare in alcuna maniera noioso o pesante. L‘Esodo viene qui riproposto nella sua interezza, mettendone però in luce il lato umano ed i sentimenti provati dal profeta nel corso del lungo viaggio verso la Terra Promessa.

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Ramses e Mosè

“Il principe d’Egitto” è infatti uno dei pochi casi in cui le “aggiunte” sono effettivamente piazzate in modo intelligente, con il preciso fine di far comprendere al meglio emozioni e sofferenze del popolo ebraico e del Mosè uomo. Tale dettaglio molte volte trascurato per via della “missione divina”, ma è qualcosa di imprescindibile e che permette di comprendere a 360° quello che fu il suo sacrificio, cosa che in pochi farebbero con tanta facilità.

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Il profeta infatti crebbe per decenni alla corte del Faraone, condividendo con la casata reale tempo ed affetti, diventando così parte integrante del tessuto governativo. Un conto è se ciò viene raccontato brevemente, un conto è essere immerso nella sua quotidianità, recependo con ancor più forza uno dei sacrifici più grandi da lui operato: rinnegare il proprio presente e rinascere povero. Il film ci mostra come sia stato proprio Mosè a scegliere il suo ruolo nel mondo, abdicando dal suo ruolo di “dio in terra” per ricercare il “vero Dio” che, paradossalmente, è fatto di umanità.

Fedele fino alla fine

Una volta scoperta la disumanità della sua famiglia adottiva, infatti, fuggirà a Madian, trasformandosi da sovrano a pastore e ritrovando così il suo rapporto con il divino, del tutto perso nelle sue vesti di reale. L’intera pellicola gioca continuamente con questo concetto, mostrando costantemente come il potere fine a sé stesso sia la reale causa della maledizione di Dio, persino peggiore delle piaghe.

“Il principe d’Egitto” è uno dei migliori cartoni animati degli ultimi 30 anni, in grado di rappresentare sia un prodotto formativo sia uno meramente intrattenente, riuscendo così ad ampliare la platea del proprio messaggio. Vi sono effettivamente delle piccole differenze rispetto al racconto originale (ex. in nessun testo viene fatto riferimento all’amicizia fra Mosè e Ramses), sono però insignificanti o addirittura strumentali a rendere il prodotto comprensibile a tutti. Consigliato a chiunque (anche ad oratori ed equivalenti muslim), in modo particolare a chi volesse conoscere meglio la storia di questo grande profeta.

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