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Dopo l’incontro con Dio sul monte Sinai, quello con il faraone è decisamente il più importante nella vita e nella missione profetica di Mosè; momento senza al quale, molto probabilmente, non avremmo mai sentito parlare di lui
L’incontro
Ricevuta la missione profetica, Mosè partirà per l’Egitto insieme al fratello Harun, deciso più che mai a portare a termine il compito assegnatogli da Dio; una volta arrivato alla corte del faraone, tuttavia, la situazione si dimostrerà fin da subito meno facile del previsto. Il sovrano degli egizi, infatti, ha già un’idea molto chiara e precisa riguardo al figlio adottivo e non perderà occasione di metterlo in difficoltà.

Dopo aver compreso il fine ed il padrone di Mosè, infatti, gli ricorderà, con dovizia di dettagli, del suo passato e del suo precedente crimine. A poco servirà la replica del Profeta, il faraone ha già deciso di bollarlo come eretico e sta già organizzando una delle prove più ardue ed impegnative per metterlo ancora una volta alla prova.
La gara di magia
Il sovrano indirà infatti una vera e propria sfida di magia, alla quale parteciperà il sant’uomo contro i migliori maghi di tutto l’Egitto. Una volta che questi avranno lanciato i loro incantamenti, Mosè risponderà con la magia concessagli da Allah, vanificando in pochi istanti quanto essi avevano generato a fatica.

Dopo tale dimostrazione, gli stregoni si pentiranno e si convertiranno subito al monoteismo, incappando così nell’ira suprema del faraone; quest’ultimo gli farà prima tagliare mani e piedi alternati e poi li crocifiggerà su tronchi di palma. Tale episodio è di fondamentale importanza in quanto senza quest’ultimo (ed alla rivelazione del Sinai) non si sarebbero verificate in alcun modo le piaghe d’Egitto. La rabbia del faraone si farà infatti violenta da questo punto, costringendo Allah ad inviare la sua tremenda punizione sugli egizi, oltre gettare le basi per quello che sarà l’Esodo.
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