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Il punto più decisivo nella vita di Mosè non fu tanto l’Esodo in sé, quanto piuttosto l’incontro con il suo Signore sul monte Sinai, momento in cui gli verrà affidata la missione profetica.
La svolta
L’incontro fra Dio e Mosè sul monte Sinai rappresenta uno dei momenti cardine di tutto l’Esodo, senza al quale tutto il resto non sarebbe mai potuto accadere. Su questo monte, infatti, Allah chiarirà definitivamente al neo profeta sia il suo passato sia il suo futuro, certificandone poi il ruolo di profetico.

Prima di allora, infatti, Mosè non era altri che un orfano allevato alla corte dei faraoni e poi datosi alla macchia; solo con tale incontro egli comprenderà appieno il suo ruolo nel mondo, dedicandosi così totalmente alla sua missione: liberare gli ebrei.
“Levati i sandali che sei nella valle santa di Tuwa”
Al momento della Rivelazione, Mosè si trova con la sua famiglia e i suoi animali nei pressi del monte Sinai; qui troverà un misterioso rovo infuocato che colpisce la sua attenzione in quanto la fiamma non sembra consumarlo in alcun modo. Una volta avvicinatosi al misterioso vegetale, il verbo di Allah farà la sua comparsa, ordinandogli di togliersi i sandali, onorando così la sacralità del luogo e la divinità del suo interlocutore.

Dio compirà poi 3 miracoli: innanzitutto trasformerà il bastone del profeta in un serpente, poi ne sbiancherà la mano ed infine concederà al suo protetto il miracolo che quest’ultimo gli ha chiesto: eliminare la sua balbuzia. Una volta esauditi i prodigi, Mosè partirà subito per la casa del Faraone, deciso più che mai ad esaudire la grande missione che gli è stata affidata.
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