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A causa di questa tremenda pandemia, molti di noi sono stati costretti ad iniziare fin da ora alla quarantena, cosa che, in un certo senso, ci porta a vivere situazioni e comportamenti tipici del Ramadan. Obbligati a selezionare solo azioni ed oggetti essenziali, preoccupandoci più che mai del loro reale valore.
Ramadan, il mese della sospensione
Ci siamo, il mese più importante ed intenso dell’anno sta per far ritorno, portando con sé le gioie ed i tormenti che solo la fede è in grado di dare. Un lungo periodo in cui ogni cosa sembra cristallizzarsi, quasi come se quel tempo sfuggisse alle logiche umane, abbagliando con la propria natura divina. Durante il Ramadan le famiglie si riuniscono e ci si ritrova, specie per chi è all’estero, a passare intere giornate con persone fino a quel momento lontane per idee e spazi.

Un mese nel quale la solidarietà e la generosità hanno un ruolo di assoluta importanza, tanto che durante Ramadan le buone azioni valgono più che in ogni altro momento dell’anno, spingendo i credenti ad esser pii a 360° gradi. In questo ogni abitante prova ad onorare l’hadith: “Non è un vero credente chi va a dormire con la pancia piena, mentre il suo vicino soffre la fame”, tanto che sono innumerevoli gli enti pubblici e privati che si occupano di nutrire i bisognosi. Qualcosa di molto simile a ciò che sta già accadendo al mondo intero, accumunato da un contagio infame che, proprio per questo, ha tanto da insegnare.
Covid e Ramadan
A causa di questa tremenda pandemia, infatti, molti di noi sono stati costretti ad iniziare fin da ora alla quarantena, cosa estremamente faticosa e pesante, ma che, in un certo senso, ci porta a vivere situazioni e comportamenti tipici del sacro mese. Come in quest’ultimo, infatti, siamo obbligati a selezionare solo le azioni e gli oggetti essenziali, preoccupandoci più che mai del loro reale valore in questo momento.

Come durante il Ramadan, siamo costretti a staccarci dalle nostre abitudini, provando ad identificare solo ciò di veramente positivo e, al contempo, comprendendo quali fossero le nostre “droghe”, ciò di cui veramente facciamo fatica a disfarci. Questa quarantena ci sta obbligando a guardare la natura con un’occhio diverso, non più con lo sguardo affannato di chi ha solo da correre, ma con quello di chi è davvero desideroso di raggiungere la pace. Nella speranza che questo triste momento si concluda presto, voglio invitarvi ad una riflessione sulla vostra esistenza e su come le vostre abitudini si siano trasformate da qui ad un mese; forse saranno banali e lente, ma saranno sicuramente più vere.
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