Anubi, l’arcangelo dal volto di cane

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Probabilmente una delle divinità egizie più simili ai nostri angeli, Anubi è senza dubbio una delle figure più interessanti della mitologia egizia, fortissimamente legata alla morte

Angelo egizio

A differenza delle altre divinità finora trattate, Anubi, per gran parte della storia egizia, non rappresentò tanto una divinità vera e propria, quanto più un aiutante di quest’ultime. Infatti solo nell’Antico Regno venne visto come signore degli inferi, venendo spodestato da Osiride a partire dal Medio Regno. Tuttavia il culto di Anubi rimase comunque collegato alla morte, trasformandolo in una sorte di braccio destro di Osiride e collegandolo sopratutto ad aspetti pratici dell’aldilà, quali, ad esempio, la pesatura delle anime.

Anubi
Un raro esempio di Ermanubi, unione di Ermes ed Anubi

Il giudice finale era quest’ultimo, ma era Anubi a pesare fisicamente il cuore ed accompagnare il defunto per tutto il resto del tempo, custodendo i suoi passi fino al giudizio supremo. Proprio per questi aspetti è forse paragonabile ad alcuni angeli dell’iconografia cristiana, Michele, ad esempio, è spesso rappresentato in veste di psicopompo e non è difficile pensare che il dio-sciacallo ne fosse, in un certo senso, l’antenato. Non a caso nella religione greca venne associato ad Ermes, con il quale condivideva questo particolare ruolo.

Anubi il mummificatore

Oltre al post-mortem, però, Anubi si occupava anche di preparare da un punto di vista pratico il corpo del defunto attraverso la cerimonia della mummificazione. Tale pratica serviva a mantenere la carne il più simile possibile a come si mostrava da viva, permettendo al morto di essere al meglio della sua condizione nei Campi Iaru.

Anubi

Il rituale era lungo e complesso, impiegando ben 70 giorni per ogni singola salma, il risultato, però, era decisivo per le sorti dell’anima e dunque tenuto in grandissima considerazione. Anubi inoltre si occupava di vegliare su cimiteri e necropoli, consentendo ai mummificati di poter godere di un reale riposo eterno. Proprio qui si ritrova la scelta di rappresentarlo come un canide, animali che più di tutti infestavano quei luoghi e che, al contempo erano gli animali maggiormente in grado di difenderli.

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