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Mai sentito parlare di angurie e zucche vampire? Sono una particolare credenza popolare documentata da Tatomir Vukanovic nel Kosovo di metà ‘900; un tesoro da riscoprire.
Zucche ed angurie vampire
Secondo la leggenda, alcune particolari zucche ed angurie durante le notti di luna piena si animano, dando vita a macabre danze che culminano con dei dispetti alla popolazione. Tale trasformazione sarebbe evidenziata dall’apparizione di alcune particolari macchie simili al sangue, al cui interno si troverebbero una sorta di piccoli vermi bianchi.

Questa singolare credenza popolare venne documentata fra il 1933 ed il 1948 dall’etnologo serbo Tatomir Vukanovic che poté ascoltare dal vivo tali credenze durante un viaggio nella sua terra natia. Purtroppo possiamo solo citare quest’ultimo, in quanto questa storia venne riportata esclusivamente in forma orale fra gli zingari musulmani del Kosovo; ciò non toglie tuttavia la possibilità di esser molto precisi su qualcosa di tanto fantastico.
La leggenda dell’anguria vampira
Vukanovic fu infatti uno dei migliori in assoluto nel suo campo e la sua descrizione è incredibilmente completa e ricca di dettagli. Secondo quanto raccolto, la trasformazione avviene se questi frutti vengono conservati per più di 10 giorni; a quel punto le zucche/angurie si radunano ed iniziano ad agitarsi l’un l’altra, emettendo suoni come “brrrl, brrrl”. A questo punto si muoverebbero intorno alle case provando a far del male a persone, il popolo però non le teme particolarmente perché sa che il danno che ne può ricevere è relativo.

Per sconfiggerli basterebbe bollirli e ridurli in poltiglia, poi scopare i rimasugli con una scopa e bruciare quest’ultima; secondo alcune particolari tradizioni, si trasformerebbero in vampire le zucche mantenute dopo natale. Viste le scarse conoscenze botaniche ed alimentari degli uomini di quei tempi, è presumibile pensare che tale leggenda servisse semplicemente ad evitare di consumare zucche o angurie marcite. Salvo i saltelli notturni, infatti, tutte le altre caratteristiche lasciano pensare ad una semplice marcescenza, elemento a cui si legò anche tutta la mitologia del vampirismo.
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