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Il narciso, un fiore in grado di ispirar da sempre poesia e fascino. Per i greci era simbolo estremo di bellezza, per i persiani, invece, rappresenta gli occhi
Origini mediterranee e mitiche
Il genere Narcissus possiede diverse specie al suo interno, in grado di spaziare vastissimo ma che dovrebbe avere come epicentro il Mediterraneo. Proprio sulle coste del leggendario mare, questi fiori si sono diffusi sempre di più nel resto del mondo, riuscendo successivamente a toccare persino la Cina e gli Usa. Amatissimo da sempre, bulbi di narciso vennero ritrovati persino nella tomba di Ramses II, leggendario faraone che non seppe rinunciare alla loro bellezza nemmeno da morto.

Tali fiori sono legati proprio a quest’ultima caratteristica, tanto che il mito della loro nascita poggia le sue basi proprio sull’esagerata bellezza. Secondo i greci, infatti, Narciso in origine era un fanciullo dotato d’incredibile bellezza il quale, però, non volle concedersi a nessun uomo o donna e per questo fu punito dagli dei. Il giovane si osservò presso uno specchio d’acqua e, stregato dalla sua stessa immagine, capì di esser innamorato di sé stesso e che mai avrebbe potuto soddisfare appieno il suo amore, si uccise. Dalla terra bagnata con il suo sangue, nacque il narciso.
Gli occhi della poesia
Pur essendo abbondantemente presenti sia nel mondo anglosassone che in quello cinese, i narcisi sono senza alcun ombra di dubbio fra i fiori più amati della letteratura arabo-persiana, tanto da esser citati da ogni suo grande poeta. Da sempre associati al Nowruz ed alla primavera, divennero però grandi una volta associati agli occhi, parte del corpo storicamente molto apprezzata in questa parte di mondo.

Il più celebre fra tali autori è certamente Abu Nuwas, leggendario poeta vissuto fra il VII e il VIII a Baghdad, il quale descrive tali fiori come: “occhi d’argento con pupille d’oro fuso unite da un gambo di smeraldo”. Altro grande poeta a citarli è l’indiano Mirza Ghalib, il quale affermò che: “Allah ha dato all’occhio del narciso il potere di vedere”; inoltre è impossibile non citare il leggendario Rumi che ne trattò diverse volte. Secondo una tradizione popolare, persino il profeta Muhammad si trovò ad elogiare questo fiore, sostenendo che possederlo sia una cura per l’anima tanto quanto il pane lo è per il corpo.
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