Zungari, gli ultimi mongoli

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Per comprendere appieno ciò che sta accadendo fra governo cinese e gli Uiguri, bisogna fare un passo indietro nel tempo riscoprendo gli Zungari. Gli ultimi mongoli furono sterminati tutti dall’imperatore Qianlong che annetté la regione e la trasformò nel moderno Xinjiang.

Dalle ceneri di Genghis Khan

Il Khanato zungaro ha origini molto complesse e che vanno ricollegate ad un momento storico molto particolare, ovvero il crollo dell’Impero di Genghis Khan. Con la guerra civile toluide (1260-1264), infatti, i mongoli iniziarono a dividersi in entità molto separate, la maggior parte delle quali continuamente in rivolta. Sarà con questa particolare tensione politica che nascerà una nuova entità mongola, diversa da quella del Gran Khan e destinata ad essere l’ultimo potentato degno di nota: la Confederazione dei 4 Oirati.

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Le diverse tribù che vivevano fra l’attuale Tuva e Zungaria decisero di formare una loro alleanza autonoma che potesse svincolarsi dai conflitti già in corso, andando a formare una nuova entità politica che, a partire dal 1620, si dichiarerà buddhista, ponendo le basi per il futuro stato.

Il Khanato di Zungaria

Nel 1678 salirà al potere Choros Erdeniin Galdan, uomo forte e risoluto che riuscirà ad ottenere dal Dalai Lama la nomina a Boshogtu Khan, proclamandosi come difensore del Buddhismo e ampliando ancor di più l’influenza della Zungaria e del suo clan, tanto che lo stesso khanato si identificherà con questa regione. In quello stesso anno, inoltre, Galdan conquisterà parte della Mongolia ed il Khanato di Yarkent, paese a maggioranza musulmana e patria dei moderni Uiguri, trasformandosi in una minaccia sempre più concreta per la Cina.

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All’epoca (e fino all’arrivo di Mao) il paese era governato dalla dinastia Qing, che, da vassalla dei Ming, riuscì in breve tempo a riorganizzare lo stato, puntando con decisione contro i propri vicini “non cinesi”. A partire dal 1696, gli Zungari inizieranno uno scontro fortissimo con il governo di Pechino, iniziando così un percorso che si concluderà solo nel 1755 con il genocidio dei primi.

Il genocidio Zungaro

In quell’anno il governo di Qianlong approfittò del caos politico che regnava nella regione per imporre la propria egemonia e impose come Khan dei Zungari Amursana. Quest’ultimo, però, si ribellò all’autorità cinese organizzando diverse rivolte che non faranno altro che peggiorare la difficile situazione del territorio. Da quel momento, infatti, Qianlong non punterà più ad una sottomissione, ma ad una vera e propria sostituzione etnica, riuscita anche con l’aiuto degli Uiguri che, sotto gli Zungari ,erano trattati come bestie.

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L’imperatore Qianlong

L’imperatore ordinò che non venisse risparmiato nessun uomo in salute e che fossero preservati solo anziani e donne in modo da darli in dono a coloro che si erano contraddistinti nel massacro. Qualsiasi tipo di atrocità venne tollerata e la mattanza andò avanti per ben 3 anni, distruggendo circa l’80% della popolazione e cancellando per secoli il nome degli Zungari da ogni libro di storia. Con il loro sterminio la Zungaria ed il bacino del Tarim, andando a trasformare definitivamente la regione che, da quel momento in poi, verrà chiamata Xinjiang ovvero “Nuova frontiera”. Da quel momento in poi tali luoghi si legheranno sempre di più agli Uiguri ed alla loro lotta per l’autonomia dal governo cinese.

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