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Una delle montagne più leggendarie in assoluto per quanto riguarda paesaggio e prominenza. Il Kilimanjiaro è senza alcuna ombra di dubbio uno dei patrimoni naturali più belli ed incredibili che il nostro pianeta ha da offrire.
Kilimanjiaro, l’Olimpo africano
Con i suoi 5895 metri, il Kilimanjiaro è una delle vette più alte del mondo, la più grande della Tanzania e, ovviamente, dell’intera Africa. Originariamente un vulcano, questo monte si è formato milioni di anni fa con le grandi eruzioni che colpirono tutto il globo terrestre, diventando fin da i tempi immemori uno dei simboli assoluti dell’intero continente. Già i greci sapevano dell’esistenza di questa mitica montagna, a lungo associata alla Luna per via della sua prominenza, tanto che se ne ritrovano cenni in Tolomeo, Eschilo ed Erodoto.

All’epoca, però, le informazioni non erano detto del tutto precise, viaggiando attraverso i racconti di marinai e mercanti più che per testi scritti o esperienze dirette, non fornendoci così la certezza che fosse proprio il Kilimanjiaro piuttosto che, ad esempio, il monte Kenya. Il primo parlare concretamente di questo massiccio sarà lo spagnolo Martín Fernández de Enciso che, nella sua “Summa de Geografìa” del 1519 tratterà di una sorta di “monte Olimpo”, da lui osservato ad Ovest di Mombasa in uno dei suoi viaggi. Sarà solo nel 19° secolo, però, che si inizierà a scalarne la cima, desiderio sempre più forte dei nuovi colonizzatori dell’area: i tedeschi.
Il tesoro dell’Africa Orientale tedesca
Fin dal loro arrivo nella regione, avvenuto nel 1884, i teutonici erano da sempre rimasti affascinati dalle meraviglie del Kilimanjiaro, tanto da tentare da subito a scalarlo. Il primo a riportarne con certezza l’esistenza fu il missionario Johannes Rebmann che fu anche il primo a tentarne la scalata, fallita però ben presto; i suoi testi saranno tuttavia benzina per l’entusiasmo di molti che, già dal 1861, giungeranno sino a qui a tentare l’impresa.

Si dovrà però attendere addirittura il 1889 prima di vedere il gigante finalmente domato ed il tutto per mano del tedesco Hans Meyer e dell’austriaco Ludwig Purtscheller, che furono anche i primi a certificare che fosse un vulcano, più che un semplice monte. Per l’occasione Meyer chiamò il picco intitolo il picco al Kaiser Wilhelm, denominazione che cambierà solo nel 1964 quando verrà chiamato Uhuro, dedicandolo quindi alla libertà.
Dalla savana al cielo
La cosa più impressionante del Kilimanjiaro, però, è la sua presenza di climi estremamente diversi e vari fra di loro, dovuti ad un’ambiente in continua evoluzione per ogni metro di salita. Questo perchè, essendo de facto un vulcano nella savana, la sua prominenza è fra le più alte al mondo, partendo dal livello del mare fino a raggiungere quasi 6’000 metri.

La temperatura, unita a flora e fauna tanto particolare e tipica del continente africano, lo rende ancora oggi uno spettacolo senza pari, in grado di mostrare allo scalatore ogni sfumatura naturale del pianeta e permettendogli, infine, di farlo da una visuale senza pari. Un vero e proprio patrimonio artistico naturale per fascino e bellezza, qualcosa di tanto bello da sembrare quasi finzione.
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