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La città più simbolica in assoluto per il mondo sciita, nonché nodo centrale all’interno di tutta la storia islamica. Karbala, alla pari di Touba, è una città nata sulla fede e da essa nutrita, con la particolarità di essere però profondamente legata alla morte
Karbala, nel segno del martirio
Il nome della città deriva da Kar Babel, una serie di antichi villaggi babilonesi che sorgevano intorno a quest’area. Il dettaglio non è casuale e va ad intrecciarsi con la storia di questo centro, nato più come luogo di memoria che come reale centro urbano. La sua storia ha infatti origine con la celeberrima “battaglia di Karbala”, che vide coinvolto Husayn ibn Ali e la sua famiglia, considerato dagli sciiti come 3° imam, figura imprescindibile per questa confessione religiosa.
Attorno al 680 il nipote del Profeta venne ucciso per ordine di Ubayd Allah ibn Ziyad, allora governatore di Basra e Kufa, che decise di mettere così a tacere per sempre la rivolta sciita. Il combattimento fu de facto un massacro, con ben 4000 guerrieri messi in campo dal governatore contro i circa 70 di Husayn, fra i quali vi erano anche donne e bambini, tutti trucidati sul campo. Ciò mise per sempre fine alla stirpe di Muhammad, inaugurando però una vera e propria nascita al ramo dello sciismo. Come una fenice, infatti, questo credo crebbe dalle sue ceneri, erigendo Karbala come uno dei suoi simboli più importanti in assoluto.
Nata da una tomba
I pochi sopravvissuti al massacro vennero liberati 2 anni dopo e, sulla strada per dirigersi a Mecca e Medina, si fermarono a lungo sul luogo della battaglia, impresso nella loro memoria come una ferita ancora aperta e bruciante. Qui iniziarono a ricordare ed omaggiare Ali, Husayn e tutte le principali figure sciite, ripetendo l’operazione circa ogni anno. Ciò portò, nel 685, alla costruzione di un tempio e di un santuario, ponendo le basi di quella che sarebbe diventata una delle città più simboliche dell’intero Iraq.
Quei luoghi divennero infatti la prima pietra della moderna Karbala, modellando poi tutto il resto della città, nata de facto per ospitare i numerosi pellegrini che ogni anno giungono da tutto il mondo per rendergli omaggio. Proprio in virtù del suo ruolo tanto centrale per il mondo sciita, questo luogo divenne spesso centro delle attenzioni di estremisti sunniti che spesso invasero e saccheggiarono l’area. Fra gli episodi più eclatanti va sicuramente citato il sacco operato dai sauditi nel 1801, i quali razziarono tomba e templi, oltre sterminare circa 3500 fedeli. Tale attacco porterà gli Ottomani, allora signori dell’area, ad un massiccio intervento militare, cosa che sposterà il centro del mondo sciita a Najaf, altra città irachena. Karbala è tutt’oggi considerata dagli sciiti come la 4° città per sacralità, seconda solo alle “3 canoniche” (Mecca, Medina e Gerusalemme), tanto che ogni anno decine di milioni di pellegrini si riversano per le sue strade e le sue vie.
P.s. tale pellegrinaggio non è obbligatorio come l’Hajj, ma, a causa delle recenti tensioni fra sauditi e mondo iranico/sciita, si è trasformata in un’eccellente e più accogliente alternativa.
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