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Un passo nel macabro con alcune delle creature più iconiche del mondo arabo-persiano: i Ghoul, una sorta di “zombie Middle East”
Ghoul, abitatori dei cimiteri
La parola Ghoul deriverebbe dall’arabo غَالَ ghāla, ovvero “afferare”, evidenziando fin da subito una delle sue caratteristiche principali. Tali esseri tendono infatti ad afferrare il malcapitato passante, uccidendolo e spesso nutrendosene. Altra peculiarità di tali creature è infatti il cannibalismo, unica loro forma di sostentamento che li spinge a continuare la propria strada per l’infamia.
Simili più a iene per indole e comportamento, essi dimorano soprattutto i cimiteri, luoghi ideali per la loro dieta. I ghoul, infatti, non si nutrono solo di esseri viventi, ma spesso e volentieri di cadaveri già in putrefazione, ai quali rubano ogni avere. Con l’avvento dell’Islam, i miti riguardanti queste creature sono proseguiti, variandone però leggermente la natura. Se prima quest’ultimi erano dei veri e propri “umanoidi bestiali”, più simili a Gog e Magog, dopo, divennero una forma di djinn malvagi o di Shayatin/demoni.
Le mille ed una notte ed H.P. Lovecraft
Da elementi quasi esclusivi del mondo arabo-persiano, i ghoul divennero ben presto estremamente conosciuti in Europa grazie alle prime traduzioni de “Le mille ed una notte“, raccolta di racconti in cui vengono descritti in maniera approfondita. La loro fama si diffuse rapidamente fra tutti gli amanti del macabro, raggiungendo perfino le coste degli Usa, dove incrociò le fantasie di H.P. Lovecraft.
Il celeberrimo scrittore americano ne rimase letteralmente affascinato, riproponendole in più opere e provandole anche ad “umanizzare”. In un uno dei suoi racconti, infatti, essi appaiono come esseri addirittura ragionevoli ma “semplicemente” cannibali.
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