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Il romanzo simbolo di ‘Ala Al Aswani, la vita in un palazzo nel cuore del Cairo per raccontare l’Egitto intero. Un capolavoro fondamentale per capire l’evoluzione della letteratura egiziana (di cui vi parleremo domani).
Palazzo Yacoubian
Costruito negli anni trenta da un miliardario armeno, Palazzo Yacoubian contiene in sé tutto ciò che l’Egitto era ed è diventato nei settantacinque anni da quando l’edificio è sorto in uno dei viali del centro. Dal devoto e ortodosso figlio del portiere che vuole entrare in polizia, ma che finirà ad ingrassare le già folte file islamiste, alla sua fidanzata, vittima delle angherie dei padroni; dai poveri che vivono sul tetto dell’edificio e sognano una vita più agiata, al gaudente signore aristocratico, poco timorato di Dio e nostalgico dei tempi di re Faruk; dall’intellettuale gay con la passione per gli uomini nubiani, che vive i suoi amori proibiti nemmeno troppo clandestinamente, all’uomo d’affari senza scrupoli del pianterreno che vuole entrare in politica. Ciascuno di questi personaggi si ritroverà a compiere delle scelte; quale sia l’esito starà al lettore deciderlo.
Affresco dell’Egitto
“Palazzo Yacoubian” è ritratto fedele di ciò che era l’Egitto dei primi anni 2000, un momento quasi di assestamento nel pieno della dittatura di Mubarak. In questi attimi di relativa quiete, ‘Ala Al Aswani ci pone di fronte a ciò in cui la società locale si è trasformata, non mancando di coraggio nel criticare fortemente la situazione che lo circonda, ormai densa di corruzione e malaffare.
Per farlo utilizzerà uno strumento caro a molti suoi eccellenti predecessori, ovvero concentrarsi su un luogo per raccontare un paese. In questo caso viene scelto uno dei palazzi più celebri e posti nel cuore del Cairo, metafora perfetta per raccontare l’anima dell’Egitto intero.
In evoluzione
I suoi personaggi, al contrario della cornice che li circonda, sono perlopiù alla ricerca di un evoluzione, di un qualcosa che li nobiliti o che, in un certo senso, li riporti ai fasti che immaginavano per sé. Tutti, però, saranno costretti a cambiare radicalmente le proprie aspettative, forzati a sporcarsi con l’aria tossica del Cairo.

Tutti, infatti, saranno costretti a cedere qualcosa di proprio per provare a compiere “il grande salto”, cercando così una salvezza da questo edificio dal bel passato ma in costante degrado. ‘Ala al Aswani sfrutta così questo stratagemma narrativo per provarci a raccontare “l’aria d’Egitto”, unico elemento presente in tutti i racconti e reale protagonista di un romanzo nato per raccontare il paese intero.
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