Darija, il Marocco fra lingua e dialetto

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Probabilmente il dialetto arabo più complicato al mondo, la storia del darija, il dialetto marocchino, sono da ricercare in quella dei suoi abitanti. Un viaggio in quella che da molti è definita una vera e propria lingua autonoma.

La lingua del Marocco

Come per ogni lingua, per comprendere appieno le basi dietro questo linguaggio, bisogna risalire alla storia del suo popolo, ricca di influenze ed incroci di culture. Senza dubbio le fondamenta del darija sono da ricercare nei suoi primi abitanti, ovvero gli amazigh. Questa popolazione visse da sempre in Marocco, influenzandone ogni aspetto legato ad usi e costumi, compresa la lingua.

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Donna amazigh

Pur con l’arrivo degli arabi, infatti, la popolazione mantenne per generazioni il proprio linguaggio, facendo in modo che non si perdesse mai del tutto. A questo nuovo ibrido, poi, si vennero ad aggiungere molte parole provenienti dagli invasori europei, i quali portarono a loro volte parole e concetti nuovi che si andranno ad integrare nel substrato arabo-amazigh.

Tanti dialetti

Giunti nel Maghreb, gli spagnoli occuperanno la zona nord e sud del Marocco, lasciando quella centrale ai francesi. Ciò fece sì che, all’interno di un territorio già non del tutto uniformato linguisticamente, vi fosse una nuova divisione lessicale. Come ovvio che sia, infatti, le città sotto influenza castigliana svilupperanno moltissimi nuovi vocaboli dagli iberici, approccio identico a quello operato con i transalpini.

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Jemaa el fna – Marrakesh – Marocco

Ciò, unito ad un territorio incredibilmente vario e che tutt’oggi vede parlanti amazigh, ha fatto sì che all’interno dello stesso Marocco non sempre gli abitanti riescano a comprendersi. Molti vocaboli sono infatti utilizzati in modo diverso a seconda dei luoghi, creando grosse difficoltà sopratutto per le fasce più ignoranti e meno istruite. Con la liberazione del paese, l’arabo standard divenne la lingua ufficiale, seguita nel 2011 dall’amazigh; tuttavia la maggior parte della popolazione tende ad utilizzare molto di più il darija, utilizzando quello standard solo per lo scritto e/o situazioni “formali”.

Un dialetto complicato

Proprio per la sua storia, il dialetto marocchino è sicuramente uno dei più particolari in assoluto ed uno dei più difficili da comprendere per i “non madrelingua”. Fra le difficoltà più banali vi è la vasta presenza di prestiti sia grammaticali che lessicali dall’amazigh, lingua proveniente da un universo linguistico molto diverso da quello arabo. La prima è infatti una lingua camitica, molto più vicina al tuareg, mentre la lingua del Corano appartiene a quelle semitiche, imparentate piuttosto con l’ebraico.

darija

A complicare il tutto, poi, un’incredibile tendenza dei marocchini a “mangiare le vocali brevi”. Tendenzialmente, infatti, il darija tende ad eliminare le “vocali in eccesso”, velocizzando molto il discorso e concentrandosi perlopiù su quelle lunghe. Ciò fa si che, a meno di un minimo di preparazione, sia davvero complicato partire dal solo arabo per comprendere questo dialetto, sicuramente uno dei più particolari del mondo arabo. Una particolarità per i non addetti ai lavori: grazie alla grande influenza della cultura egiziana e dello Shami (Siria, Libano e Palestina), i marocchini tendono, al contrario, a comprendere bene gli altri dialetti.

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