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Iniziamo la settimana dedicata la Marocco con uno degli elementi fissi in ogni matrimonio: l’henné. Derivato da una polvere di foglie, questa tintura colora ancora oggi mani e piedi, trasformandoli in vere e proprie opere d’arte temporanee.
Origini ancestrali
L’henné si ricava dalla polvere di foglie della Lawsonia inermis, pianta che cresce dall’alba dei tempi in gran parte di Medio Oriente e Nord Africa. Sembra che le popolazioni sahariane e mesopotamiche furono le prime ad utilizzarlo, trattamento, peraltro, riservato solo a re e sacerdoti, per giunta esclusivo di particolari situazioni. In generale, comunque, il suo utilizzo si diffuse sempre di più in tutto il Mediterraneo sud-orientale, tanto che a partire dalla tarda età del bronzo si diffuse in tutta l’area.

Nel corso del tempo, comunque, tale pratica diventò sempre più popolare all’interno del mondo islamico, venendo facilitata moltissimo dalla presenza del profeta Muhammad. Questi, infatti, raccomandava l’applicazione di tinture per capelli con henné per gli uomini, oltre a favorire i “tatuaggi” con henné per le donne. Ciò ne permise un utilizzo sempre più massiccio anche in aree dove, almeno storicamente, la Lawsonia non cresce, diventando così caratteristica di buona parte dei matrimoni muslim.
In Marocco
Uno dei luoghi in cui tale tradizione vive ancora con forza è sicuramente il Marocco, luogo in cui si collega sopratutto ai “momenti di passaggio”. La funzione benaugurale è infatti particolarmente forte, legandosi ad ogni situazione tanto importante da necessitare fortuna. Ciò ha fatto sì che nel corso del tempo diventasse una vera e propria professione, presente pressoché ovunque e ad appannaggio sopratutto delle donne.
Anche in Marocco, però, sono i matrimoni i veri principi dell’henné, i quali hanno al proprio interno una giornata intera dedicata proprio alla decorazione della sposa. Probabilmente la tradizione venne radicata ancor di più in questa terra dalla grande presenza di ebrei mizrahi, i quali ne fanno storicamente ampio utilizzo, oltre alla già presente tradizione del tatuaggio, tipica della cultura amazigh.
P.s. quello con l’henné non è un “vero tatuaggio”, in quanto il tutto svanisce in 10-15 giorni. Seguiteci sulla nostra pagina facebook, Spotify, YouTube e Instagram, oppure sul nostro canale Telegram. Se ti va, inoltre, abbiamo anche in corso un progetto a tema libri. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente