Raja Casablanca, il Brasile in Africa

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Una delle nostre preferite sul calcio, in cui leggenda, riscatto e bel gioco si uniscono insieme per creare il Raja Casablanca, squadra dalla storia pazzesca. Vi sveleremo il segreto di questo club, capace di incantare il mondo intero grazie alla qualità messa in campo, quasi “brasiliana”.

Il club dei lavoratori

Il Raja Casablanca venne fondato nel 1949 da parte della resistenza marocchina, con l’idea di dare una valvola di sfogo ai propri compatrioti oppressi dai francesi. proprio a questo si deve il nome Raja, parola che in arabo significa “speranza” e che rende molto bene l’idea delle basi su cui si pose. Non a caso, i fondatori rifiutarono in tutti i modi di vedere un’europeo alla guida del club, provando ad utilizzare un escamotage per fuggire all’orribile imposizione. Come fatto dagli inglesi in Egitto, infatti, anche qui i coloni avevano imposto che ogni formazione avesse un fondatore “della loro parte”, questo per tenere sotto controllo ogni possibile atto di eversione. Proprio per questo, allora, il club nominò Ben Abadji Hejji, algerino con cittadinanza francese.

Raja

Con l’indipendenza, il Raja divenne una delle squadre più popolari di tutto il Marocco, trasformandosi nel divertimento preferito di moltissimi lavoratori grazie al bel gioco. Il problema, però, era che per quanto fosse incredibile e straordinario, portava a pochi risultati concreti, almeno fino al 1974. In quell’anno, infatti, inizierà a vincere, non fermandosi praticamente più e diventando in brevissimo tempo una delle compagini più titolate di tutto il continente africano.

Calcio sudamericano in terra africana

Si dice che tali risultati, in un certo senso, furono solo la conseguenza di un lunghissimo percorso, iniziato decenni prima con il leggendario allenatore Père Jégo, nome d’arte Mohamed Ben Lahcen Affani. A questa figura, a dir poco mistica, dedicheremo sicuramente un articolo in futuro, il suo operato, però, è fondamentale per comprendere l’anima di questa squadra, unica nel suo genere. Dopo esser stato figura chiave per gli acerrimi rivali del Wydad Casablanca, Affani volse le sue attenzioni ai casawi verdi, deciso a rivoluzionare per sempre il calcio locale e lasciare la sua impronta indelebile nella storia del continente.

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Il leggendario Père Jégo

Se con i rossi, infatti, aveva optato per un approccio molto simile a quello adottato nel calcio europeo, più fisico e tattico, con il Raja scelse il divertimento più puro. Non gli interessavano più i risultati, voleva un calcio fatto di tecnica e giochi di prestigio, qualcosa che seguisse il modello dei club brasiliani che aveva osservato durante i suoi viaggi, il risultato fu straordinario. I verdi diventarono un eccellenza assoluta nel mondo per quanto riguarda qualità e spettacolo, tanto che, durante la Coppa del mondo per club in Brasile, furono in molti i verdeoro che vennero incantati dai maghrebini, preferendoli addirittura al Real Madrid di Del Bosque. Risultato incredibile che si ripeté poi nel 2013 quando registrò il record africano assoluto di telespettatori con ben 650 milioni collegati per la partita contro l’Atletico Mineiro, altro grande club brasiliano.

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