Caffè, la bevanda dei sufi

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La bevanda più diffusa al mondo trae le sue origini dall’Etiopia, diffondendosi poi grazie al grande consumo da parte dei sufi. Il caffè è probabilmente, al pari delle spezie, uno dei beni in grado di trasformare maggiormente la storia dell’umanità.

La bevanda dei sufi

Originario della provincia di Kaffa, in Etiopia, venne scoperto per caso da alcuni locali che iniziarono a coltivarlo dall’alba dei tempi. Grazie agli innumerevoli scambi commerciali con lo Yemen, il caffè arrivò ben presto in Arabia, dove però, almeno inizialmente, non conobbe un grande sviluppo. La situazione cambiò con l’arrivo dell’Islam e, in particolare, dei sufi, i quali resero celebre tale bevanda. Sembra infatti che Omar, allievo del sufi amazigh Abu-l Al Shadhili, fosse stato esiliato dalla città di Mokha e che, in una grotta lì vicino, abbia trovato dei chicchi della leggendaria pianta. Una volta triturati e bevuti nell’acqua calda, non ebbe né fame né sonno per giorni, conquistandosi il titolo di “santo” e il diritto al ritorno.

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La città di Mokha, in Yemen, per secoli il maggior mercato al mondo di caffè

Il caffè divenne utilizzato sempre di più nei monasteri sufi per raggiungere l’estasi e rimanere svegli durante le veglie notturne, cosa che ne aumentò esponenzialmente la diffusione. Ciononostante, sarà solo a partire dal XV secolo che si diffonderà appieno nel mondo islamico, favorito anche dal non essere alcolico. Tuttavia, nel 1511 alcuni imam tenteranno di dichiararlo illegale, ma una sentenza di Solimano in persona ne ribaltò il risultato, consentendo a tutti i fedeli di consumarlo liberamente. Nel 1554 aprirà la prima caffetteria di Istanbul e di lì a poco il caffè si diffonderà anche nei Balcani ed Europa.

Al pari del pepe nero

Attraverso il commercio, specie tramite Venezia, divenne ben presto la bevanda degli intellettuali di tutto il Vecchio continente, facendone aumentare esponenzialmente la domanda. Considerata una bevanda “musulmana”, moltissimi cristiani la videro a lungo di mal occhio, spingendo addirittura papa Clemente VIII a pronunciarsi in merito. Nel 1614 un commerciante di Anversa portò per la prima volta dei chicchi ad Amsterdam, portando alla nascita del primo caffè nato su suolo europeo.

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Kahvecibaşı, il caffettiere del sultano ottomano

Di lì a poco diventerà uno dei beni più coltivati in assoluto nelle colonie, portando così sia ad un aumento esponenziale della quantità consumata, ma anche ad un abbattimento dei prezzi incredibile. Questa pianta venne infatti coltivata in ogni angolo del globo diventando, in alcuni casi, simbolo di liberazione. Furono moltissimi i popoli che, a simboleggiare la loro ritrovata libertà, si appropriarono delle tenute agricole degli occupanti, trasformando la coltivazione del caffè in “tradizione” del genere umano. Nel XXI secolo se ne consumano in media 12’000 tazzine al secondo, trasformandolo nel bene maggiormente commercializzato al mondo, secondo solo al petrolio.

Carichi per questa settimana? Domani un podcast dedicato a al Kangal, leggendario cane dell’Anatolia e l’articolo su Sake Dean Mahomed, non perdeteveli.

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