Islam, Muhammad e la sostenibilità

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Il concetto del “green” e della “sostenibilità” possono apparirci nuovi, ma, se guardati con un’ottica diversa, ci accorgeremo che sono da sempre parte della storia islamica. Alcuni versetti, hadith e nostre considerazioni a tema.

Islam e sostenibilità

Con una sempre crescente emergenza legata all’ambiente, sono molti che stanno riscoprendo un passato “green”, rivelando inaspettate congiunzioni. Il Profeta Muhammad (pbsl), in particolare, è stata forse una delle figure più interessanti da questo punto di vista ed “anticipatore” di moltissime pratiche sostenibili. Va dettò, ad onor del vero, che già il Corano si oppone strenuamente agli eccessi, siano questi di natura pratica o metafisica.

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Adobe, i mattoni di fango

“O Figli di Adamo, abbigliatevi prima di ogni orazione. Mangiate e bevete, ma senza eccessi, ché Allah non ama chi eccede.” Surah Al A’Raf vv.31

Non solo evitar gli sprechi, ma anche “corrompere” il meno possibile la terra è un preciso dovere di ogni fedele e questo ha a che vedere anche sulla sua funzione nel cosmo, a partire da Adamo. Egli infatti è considerato il vicario di Allah sulla terra, ruolo che gli è stato offerto in quanto unico ad accettare la responsabilità della fede.

Custodi

Proprio per la sua natura mortale, l’essere umano non può, anche se vorrebbe ardentemente, essere considerato il “padrone della Terra”. La condizione in cui siamo stati posti ce lo impedisce, mostrandoci invece quanto ogni cosa sia soggetta ad una continua trasformazione. Non è un caso che Muhammad spinga l’uomo ad eliminare ostacoli dal cammino, al non eccedere e a rendere sempre più bello il paesaggio che abbiamo davanti. Tutte queste azioni saranno conteggiate una volta morto, andando a pesare sulla bilancia del bene e dando qualche credito in più per il Paradiso. Esistono azioni, però, che premiano anche postumi e fra questa vi è senza dubbio piantare un albero.

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Ulivo, conciliatore del Mediterraneo

“Quando un musulmano pianta un seme che cresce, al punto che uomini, uccelli ed animali, ne possono beneficiare nutrendosi da esso, questa è considerata un’azione caritatevole.” (Bukhari)

Il valore dato alla vegetazione è incredibile, tanto che persino durante le guerre è estremamente vietato distruggere la natura, considerata esattamente sullo stesso piano degli innocenti. Sembra addirittura che il Profeta stabilì diverse aree in cui le foreste dovevano essere libere di crescere e che si sforzò moltissimo al fine di avere un tipo di agricoltura sostenibile. Questo poiché, come viene detto in diversi hadith, non siamo altro che dei viaggiatori durante una sosta, il nostro obbiettivo non può che essere lasciare le cose meglio di come le abbiamo trovate. L’Islam è probabilmente quella che più si identifica con la “religione dell’azione” e anche qui i dettami sono estremamente pratici.

Animali

Va detto che anche il benessere animale ha un ruolo di primaria importanza in questa fede, tanto da essere alla chiave stessa di moltissime pratiche. Partendo dalla macellazione, fino ad arrivare alla condivisione della carne durante l’eid, già il Corano offre moltissimi spunti in questa direzione. La bontà ed il buon comportamento, poi, devono toccare un bravo musulmano in ogni aspetto della propria vita fra cui, naturalmente, nel suo rapporto con gli animali. Diversi sono infatti gli hadith che circolano in merito e tutti si concludono con un precetto, la base per capire la concezione che l’Islam ha di “rapporto”:

animali

“I perfetti credenti sono coloro che hanno buone maniere” (At-Tirmidhi)

Il credente deve comportarsi bene con tutti, proprio in quanto, per essere tale, deve aver capito che di far parte di qualcosa di decisamente più grande di lui. Si ritorna alla concezione di uomo come viaggiatore, ospite, in un certo senso, del paradiso che egli stesso ha creato.

Continua la settimana dedicata ad ambiente, domani podcast extra su “Erdoğan e lo sviluppo della cannabis”.

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