Les Blues – Une autre historie de France

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Les Blues – Une autre historie de France racconta l’epopea dei Bleus dal 1998 al 2016 ed il ruolo che ha avuto, volente o nolente, nella storia dell’integrazione in Francia. Uno dei documentari socio-sportivi più completi di sempre, grazie anche alle molte interviste ai protagonisti.

Les Blues – Une autre historie de France

Il documentario affronta i cambiamenti in corso nella società francese dal 1998 al 2016, concentrandosi sull’apporto che la Nazionale ha giocato nel processo d’integrazione. Per chi non lo sapesse, infatti, da anni i Bleus sono considerati uno dei maggiori simboli di coesione del popolo francese, grazie anche alle innumerevoli stelle di seconda generazione. Personaggi quali Zidane, Henry, Anelka e Benzema hanno letteralmente trasformato l’opinione pubblica grazie alle proprie imprese sportive, guadagnandosi il difficile ruolo di simboli più che di giocatori.

Zidane di Francia

Il documentario divide l’epopea francese in 3 grossi momenti storici, a cominciare dal 1998, l’anno dei mondiali e della nascita del “Black-blanc-beur”. Quest’ultimo fu un modo per identificare la nazionale d’Oltralpe quando iniziò ad introdurre nel proprio organico sempre più giocatori con origini e “colori” diversi. Emblema assoluto di quella generazione è Zinedine Zidane, grazie al quale per la prima volta i “beurs”, ovvero i figli degli immigrati maghrebini in Francia. Zizou fu infatti uno dei primi a difendere con gelosia la patria della propria famiglia, arrivando a sperare in un pareggio durante la prima amichevole contro l’Algeria.

Francia

Fu proprio in quel match del 2001 che si riaccesero più forti che mai le polemiche riguardo “all’identità francese”, messa in dubbio più che mai proprio dai tifosi. Questi fischiarono la Marsigliese e si lanciarono in continue invasioni di campo, cosa che fece sospendere la partita al 75°. L’episodio segnò l’inizio di una caduta sempre più rovinosa per i Blues, oltre che l’inizio delle fortune del Front Nazional. Proprio con le sconfitte della nazionale, infatti, Le Pen iniziò un’ascesa sempre più forte nel cuore dei francesi, unendo sempre di più calcio e politica.

Domenech e Blanc

Nel 2004 prenderà le redini della squadra Raymond Domenech, allenatore considerato da molti eccentrico ma che contribuirà notevolmente a stravolgere, prima in bene e poi in male, lo spogliatoio. Con lui i calciatori sono portati ad informarsi, a conoscere gli avversari e a riscoprire le proprie origini. Non a caso, proprio con lui al comando, la Francia giocherà la sua prima partita a Fort-de-France, la capitale della Martinica. Fu la prima volta che i Bleus giocavano in questi territori, un’occasione incredibile per giocatori quali Thuram ed Henry, originari proprio di quei luoghi. Inutile soffermarsi sul mondiale del 2006 perché noi italiani lo ricordiamo fin troppo bene, molto interessante però dal 2010 in poi, periodo di crisi vera.

Francia

Scoppia infatti un vero e proprio scandalo nel ritiro sudafricano del 2010, con Nicolas Anelka che da simbolo diventerà vero e proprio nemico n°1 della nazionale. Uno screzio con Domenech lo porteranno ad un ritiro anticipato, che porterà tutta la squadra in rivolta e ad un atteggiamento sempre più “repressivo” della federazione. Al termine dei drammatici mondiali africani, infatti, verrà posto alla guida Laurent Blanc, perfetta rappresentazione del cambio politico dell’epoca di Sarkozy. Il nuovo ct obbligherà i propri giocatori ad imparare a cantare la Marsigliese e rinunciare ai pasti halal.  Non pago, si dirà anche d’accordo nell’imporre “quote” sul numero massimo di arabo-africani presenti in nazionale.

Bombe mediatiche e non

Per questo, e per dei risultati sportivi non all’altezza, il ct fece poi posto nel 2012 a Didier Deschamps, attuale allenatore dei Bleus. L’opera di quest’ultimo fu soprattutto quella di ricompattare, di disegnare una nuova mentalità ed un nuovo gruppo, specie alla luce degli imminenti europei francesi del 2016. L’impresa fu resa ardua sopratutto da ciò che scoppiò fuori dallo spogliatoio e che, purtroppo, non sempre colpirà solo la squadra. Il 2015 si rivelerà, in particolare, un anno di piombo, con ben 2 attentati e uno scandalo ad impattare fortemente sulla Nazionale.

Il 7 gennaio ci sarà l’attentato di Charlie Hebdo, ma sarà quello del Bataclan dello stesso novembre a sconvolgere i calciatori, segnando su di loro e su tutta la Francia profondi cicatrici. La successiva vicenda che vede coinvolti Benzema, Valbuena e delle foto compromettenti, rende ancora più vacillante il gruppo; il quale, però, troverà la forza di rialzarsi per l’Europeo, giungendo ad un passo dal sogno.

Davvero bello ed interessante, oltre che essere ripieno di interviste ai protagonisti di queste vicende. Uno dei documentari socio-sportivi più belli che abbiamo mai visto.

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