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Uno dei sentimenti e delle concezioni di ospitalità più autentiche di tutta l’Africa, qualcosa, che purtroppo, stiamo iniziando ad invidiare. Vi presentiamo la Teranga, molto più di semplice “accoglienza”.
Teranga
La parola Teranga è uno di quei termini di difficile traduzione, perso in una concezione ed una mentalità molto lontana da quella europea e per questo di difficile traduzione. Per semplificare si potrebbe dire “ospitalità”, ma non basterebbe, il concetto è decisamente più profondo ed ha senza dubbio bisogno di qualche riga in più.
“Teranga” è l’accogliere l’ospite a 360°, permettendogli di unirsi alla propria comunità e condividendo con lui quel momento che ricorderà per sempre. Non è solo il far entrare in casa, è il condividere una cena con le mani, il passare delle nottate a raccontarsi storie ed il metterlo più a suo agio possibile.
L’ospite come ricchezza
Questo diverso modo di interpretare l’ospitalità affonda in concetto di fondo profondissimo e che ultimamente stiamo dimenticando: l’ospite è ricchezza. Parlando con qualcuno a noi lontano, avremo molto più da apprendere e tutta la distanza che ci separa sarà ciò che avremo guadagnato. Questa concezione va senza dubbio a collegarsi con la composizione etnica del Senegal che, naturalmente, è per storia molto variegata e plurale.
Ieri vi abbiamo parlato sopratutto del regno Jolof, da cui discende la popolazione Wolof, oltre a loro, però, ci sono: Fula, Serer, Jola, Toucouleur, Mandinka, Soninke e Bassari. Il convivere da sempre con soggetti diversi, ha portato il paese ad essere più aperto verso il prossimo, non avendo paura di spalancare le proprie porte di casa, innamorato del diverso e della conoscenza.
Domani vi parleremo del popolo wolof, giovedì torna Costanza Sama Di Mauro e abbiamo ordinato dei nuovi libri, naturalmente letteratura senegalese. Seguiteci sulla nostra pagina facebook, Spotify e Instagram, oppure sul nostro canale Telegram. Se ti va, inoltre, abbiamo anche in corso un progetto a tema libri. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.