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Abbiamo iniziato con i libri e proseguiamo con i film. Vi presentiamo i nostri 5 film a tema Middle East per quest’estate, presenti su: Netflix, Sky, Youtube e, naturalmente, in formato dvd.
Piccola premessa: siamo stati davvero combattuti su quali inserire e proprio per questo non può esser considerata una classifica. Inoltre queste sono le pellicole che, per qualche ancestrale motivo, consiglieremmo d’estate, non necessariamente “il più bello”. Tutti i titoli li abbiamo visti in quest’anno di Medio Oriente e Dintorni e per questo dobbiamo ringraziarvi. Siete stato uno stimolo in più sopratutto in questo campo.
“The Breadwinner”, una favola afghana
Parvana è una ragazza di undici anni che cresce sotto il regime dei talebani in Afghanistan nel 2011. Quando suo padre viene ingiustamente arrestato, la giovane si traveste da ragazzo pur di mantenere la famiglia. Con ostinata determinazione Parvana trae forza dalle storie che le raccontava suo padre e infine rischia la vita per scoprire se sia ancora vivo.
Un capolavoro dell’animazione che riesce a raccontare con poesia quello che è stato uno dei conflitti più sanguinosi degli ultimi anni. Candidato agli Oscar lo scorso anno, The Breadwinner è senza dubbio uno dei migliori film su Netflix a tema Middle East.
“L’insulto” di Ziad Doueri
Un litigio nato da un banale incidente porta in tribunale Toni e Yasser. La semplice questione privata tra i due si trasforma in un conflitto di proporzioni incredibili, diventando a poco a poco un caso nazionale, un regolamento di conti tra culture e religioni diverse con colpi di scena inaspettati. Toni, infatti, è un libanese cristiano e Yasser un palestinese musulmano. Al processo, oltre agli avvocati e ai familiari, si schierano due fazioni opposte di un paese che riscopre in quell’occasione ferite mai curate e rivelazioni scioccanti, facendo riaffiorare così un passato che è sempre presente.
Candidato agli ai Premi Oscar 2018 come Miglior film straniero, “L’insulto” è un’incredibile prospettiva sulle ferite della Guerra civile libanese, mai del tutto risolte nell’intimo. La cosa incredibile, e segno della maestria di Zoueri, sarà la premessa: un banale insulto, chapeau. Disponibile su Sky.
“Güneşi Gördüm” di Mahsun Kırmızıgül
Il film ci porta nella campagna di Erzurum dove faremo la conoscenza di Ramo e della sua famiglia. Gli Altun vivono in quei luoghi da generazioni ma, con la guerra al terrorismo curdo che avanza, l’esercito turco spinge per spostare i residenti. Con la morte del figlio, però, Davut, uno dei patriarchi, appoggerà la richiesta dell’esercito, troppo sconvolto dagli orrori della guerra per restare. La famiglia allora si dividerà con Ramo e la sua famiglia che si trasferiranno ad Istanbul mentre Davut sceglierà di trasferirsi in Norvegia dal cognato. La pellicola narra tutte le peripezie di questa famiglia di contadini curdi alla presa con la vita di tutti i giorni, piena di problemi e per loro particolarmente crudele. Sarà solo dopo a vari lutti che la famiglia deciderà infine di tornare al proprio villaggio, schiacciati dalle troppe possibilità di Istanbul.
Un film corale e che riesce a prendere tutti gli aspetti della Turchia moderna. Abbiamo la guerra in Kurdistan, la disparità fra est e ovest e infine l’omosessualità. Kado infatti, il fratello di Ramo, si scoprirà transgender ad Istanbul causando moltissimi problemi in famiglia, ancora estremamente provinciale e arretrata in merito a certa questioni. Poetico anche il modo in cui il tema è stato trattato. In una delle ultime scene, infatti, Kado si paragonerà ad un berfin, un bucaneve, tanto innamorato del sole da morire non appena lo vede. Disponibile su Netflix con i sottotitoli.
“Timbuktu” di Abderrahmene Sissako
Un pastore di bestiame vive con la sua famiglia in un villaggio nei pressi di Timbuktu, in Mali. La tranquillità vissuta tra le dune del deserto viene bruscamente disturbata dall’arrivo di elementi armati jihādisti, i quali impongono la Sharīʿa e mettono al bando la musica, il calcio e le sigarette. Procedono quindi a matrimoni forzati, perseguitano le donne e improvvisano loro tribunali che emanano sentenze ingiuste e assurde, basate su una visione settaria dell’Islam. Malgrado la ferocia della loro repressione, la popolazione resiste coraggiosamente, in nome di una giusta visione giuridica, sociale e culturale dell’Islam.
Uno dei pochi film di cui abbiamo parlato più volte, scrivendo prima un articolo sul film e poi uno nello specifico riguardo al ruolo del calcio nel film. Che dire, ci sono film che non possono che esser chiamati capolavori, Timbuktu è uno di questi. Abderrahmene Sissako compie un lavoro pazzesco, denunciando con la situazione del Mali ma con una poesia raramente vista sul grande schermo. Capolavoro. Disponibile su Youtube.
“Barakah meets Barakah” di Mahmoud Sabbagh
Barakah è un membro della polizia religiosa che gira intorno a Jeddah emettendo multe per reati minori. Bibi sta usando video Instagram accuratamente ritagliati per accumulare milioni di like per i suoi messaggi di empowerment femminile all’avanguardia ed eco-friendly. Barakah inciampa in uno dei suoi set fotografici e ne rimane ammaliato. I due si piacciono, ma trovare un luogo appropriato per incontrarsi faccia a faccia e condividere anche un momento insieme si dimostra difficile a causa delle rigide politiche pubbliche dell’Arabia Saudita.
Un film che ci ha sorpreso per dolcezza e bel gusto, dandoci delle speranze in più per il cinema del Golfo. Tutto è costruito alla perfezione per essere sincero, riuscendoci incredibilmente bene. Probabilmente una delle nostre commedie preferite in assoluto, in grado lasciarvi un sorriso e un gradevole retrogusto di tenerezza. Disponibile su Netflix.
Speriamo che la lista vi sia piaciuta, in questi giorni avremo tanti “5 per l’estate”. Seguiteci sulla nostra pagina facebook, Spotify, YouTube, Twitter e Instagram, oppure sul nostro canale Telegram. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.