Che succede in Sudan

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Pensavamo di fare una settimana dedicata alla Francia, ma le notizie provenienti dal Sudan hanno cambiato i nostri piani. Nel paese natio del più grande scrittore arabo del ‘900 sono attualmente in corso brutali repressioni da parte della giunta militare, salita al potere dopo le recenti rivolte. Proveremo a farvi un quadro di quella che, per ora, è la situazione; purtroppo il governo ha oscurato internet e, al momento, ogni notizia è frammentaria.

Ieri

Il Sudan è uno dei più grandi stati dell’intera Africa, posto immediatamente sotto l’Egitto, alla cui storia è estremamente collegato fin dal tempo dei faraoni. Dal 1956 ha ottenuto l’indipendenza proprio da quest’ultimo e dall’Inghilterra, alla cui “amministrazione” era sottoposto dal 1882. Dal 30 giugno 1989 nel paese vige la dittatura del generale Omar al Bashir, sotto il suo governo si sono svolte sia la Seconda guerra civile sudanese (iniziata nel 1983) che il Conflitto del Darfur. Proprio quest’ultimo, in corso dal 2003 al 2010, viene ricordato come una delle repressioni militari più violente degli ultimi anni, portando alla morte di 300’000 persone e a 2 milioni di sfollati.

Sudan
Omar Al Bashir

In quel conflitto comparirà poi per la prima volta Mohamed Hamdan Dagalo, personaggio centrale in questi giorni e che proprio lì fece il suo debutto, guadagnandosi stima ed ammirazione del proprio presidente. Dagalo, conosciuto anche come Hemeti, era uno dei capi dei Janjaweed, gruppi paramilitari che seminarono morte e distruzione nella regione. Dal 19 dicembre 2018 in Sudan sono in corso delle proteste contro il generale Bashir a causa dell’aumento del caro vita e della crisi economica in corso. Dopo mesi di protesta, l’11 aprile 2019 l’esercito destituisce il presidente e proclama un governo militare di transizione.

Oggi

Le proteste però non si fermano, il popolo vuole la definitiva transizione con elezioni ed un governo di civili, i militari però non ci stanno e, a partire dal 3 giugno, la capitale Khartoum si trasformerà nel nuovo Darfur. Quel giorno i militari bloccano internet in tutto il paese, impedendo qualsiasi contatto con il mondo esterno e facendo partire il massacro.

Sudan
Mohamed Hamdan Dagalo

A partire da quella data ogni notizia è drammatica. Si parla di centinaia di persone uccise e gettate nel Nilo, di donne, uomini e bambini stuprati e centinaia di feriti. A rendere più drammatico il tutto è l’attenzione inesistente dei media occidentali e il blackout che continua a persistere nel paese. A complicare le cose il ruolo di Dagalo, vera testa dell’attuale governo, con una maggiore “esperienza militare” accumulata durante gli anni di “gestione dei flussi migratori”. La situazione è ingestibile ma proprio per questo non bisogna abbandonare i sudanesi, l’unica arma che è rimasta è proprio quella dell’opinione pubblica.

Blue Sudan

Proprio in questi giorni è nata una campagna per il Sudan su Instagram che, fortunatamente, sta facendo il giro del mondo, spingendo in moltissimi a schierarsi contro queste brutali violenze. La campagna consiste nel cambiare la propria foto profilo con una particolare tonalità di blu usata come ultima foto profilo dal ingegnere sudanese Mohamed Mattar, ucciso il giorno del suo compleanno mentre difendeva due ragazze dagli scontri.

La campagna è riuscita subito ad espandersi e far sentire la propria voce, spingendo attori e non solo ad attivarsi, non smettendo di parlare del Sudan e dando a questo sfortunato paese una nuova linfa per resistere. Vi lasciamo i link di alcune pagine Instagram che si occupano a 360° dell’argomento, speriamo possiate sostenerli, specie in un momento come questo: Sudanese ShotoutSudanBsonblast e Yousra Elbagir.

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Questo articolo ha 0 commenti.

  1. gaialor95

    Grazie mille per questo articolo, è terribile quello che sta accadendo. L’ho condiviso anche nel mio profilo, queste cose non possono rimanere nel silenzio.

    1. Khalid Valisi

      Onorato 😉 speriamo davvero serva a qualcosa, se posso fare qualche previsione, l’imminente coppa d’Africa in Egitto è assolutamente da tener d’occhio anche politicamente parlando. Secondo me potrebbe accadere qualcosa, ignoro ancora cosa ma ci sono troppe tensioni in diversi luoghi del continente (Egitto incluso), anche se il Sudan non partecipa, credo possa essere una grande valvola di sfogo per molte proteste

      1. gaialor95

        Ammetto la mia ignoranza in merito alla situazione politica dell’Africa, ma spero che le cose possano appianarsi con meno uccisioni possibili.

  2. Ho visto il post condiviso da gaialor95 e non ne avevo per nulla idea.
    È assurdo che nessuno ne parli

    1. Khalid Valisi

      In molti stanno facendo la battuta: sono musulmani, arabi e africani, normale che non se ne parli :/ la verità però è che i militari sono stati molto furbi e stanno sfruttando fin troppo bene il blackout che hanno causato

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