“Mongol” di Sergej Bodrov

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Uno dei film più belli in assoluto su Gengis Khan, in grado di raccontarci anche la sofferenza dietro al conquistatore del mondo e mostrandocene così il alto più umano. Mongol è un’incredibile e poetico inno alla reazione, raccontato attraverso l’epopea di uno degli uomini più straordinari della Storia.

Mongol

La vita e la leggenda di Gengis Khan. Basato su autorevoli documenti storici e scritto da Bodrov con Arif Aliyev, Mongol ripercorre i drammatici e tormentati primi anni del sovrano nato nel 1162 col nome di Temujin – dalla sua difficile infanzia, fino alla battaglia che segnerà il suo destino – facendone un ritratto complesso che lo dipinge non più come lo spietato mostro dello stereotipo, ma come un nobile condottiero impavido e visionario. Mongol racconta la storia di un uomo straordinario, svelandoci il fondamento su cui poggiava gran parte della sua grandezza: il rapporto con la moglie Borte – grande amore della sua vita, e sua più fidata consigliera.

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Jamukha, fratellastro e poi rivale di Temujin

Grandezza dalla sofferenza

Nel film, parte di un’ideale trilogia, veniamo posti davanti al lato più umano dell’epopea mongola, raccolto nelle sue origini. Per la maggior parte del film non ci viene mostrato il baldo guerriero tanto amato e temuto, quanto più un semplice ragazzino spaventato, tendenzialmente più gregario che leader. Proprio qui sta però il nocciolo fondamentale della storia umana, mostrata splendidamente con la vita del futuro Gengis Khan.

Il film, girato perlopiù in Kazakistan e nella Mongolia Interna, ci mostrerà come il più grande conquistatore di ogni epoca abbia sofferto fame e freddo, di come sia stato reso schiavo ed umiliato e di come sua moglie si sia dovuta vendere per liberarlo. Mongol in realtà è un inno alla reazione, al liberarsi della sofferenza con le proprie mani e con i propri mezzi, puntando, dal nulla a conquistare il mondo. Una battuta, in particolare, ci è rimasta impressa nella mente, rappresentando la vera chiave del film.

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Temujin, il futuro Gengis Khan

Durante la battaglia finale, infatti, scoppierà un temporale e Temujin sarà l’unico a non fuggire, infondendo coraggio nelle proprie file. Ad una domanda riguardo all’incredibile coraggio, il futuro Khan risponderà che, semplicemente, era stato costretto a dormire per anni sotto le tempeste, non avendo altro posto dove andare. Chi ha già perso tutto non avrà timore nel perdere il resto.

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