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Uno dei testi più interessanti in assoluto riguardanti la vita di Gengis Khan, in grado di unire al mero racconto storico anche il fascino della narrazione. Un’opera assolutamente da avere per chiunque sia interessato all’epopea mongola.
Il conquistatore del mondo
Lo scenario è uno dei più contrastati e smaglianti dell’Alta Asia, la storia quella di Temüjin, meglio noto come Gengis Khan. Una storia che René Grousset ricostruisce risalendo alle sue remote scaturigini mitiche – l’accoppiamento tra il Lupo Grigio-blu e la Cerbiatta Selvatica, capostipiti di quella che diventerà la «razza di ferro» dei Mongoli – e racconta con ritmo serrato, senza per questo tralasciare alcun dettaglio rivelatore. Assistiamo così alle vicende dell’avo di Temüjin, Qutula, sorta di Eracle mongolo la cui voce rimbomba «come il tuono nelle gole delle montagne», e del padre, Yisügei il Coraggioso, già in lotta con quella corte cinese che tratta i nemici con crudeltà esemplare, impalandoli su asini di legno.

Poi alla nascita e alla crescita di un bambino dagli «occhi di fuoco», «il viso acceso da un bagliore misterioso», che non esita a sbarazzarsi del giovane fratellastro prima di unirsi alla bellissima Börte, «consigliera avvertita e autorevole». Poi ancora alla lunga teoria di scontri vittoriosi contro i Merkit e i principi mongoli avversari, fino alla conquista dell’egemonia indiscussa attraverso la «battaglia nella tempesta» (contro l’intrigante fratello di sangue Jamuqa) e quella dei «Settanta mantelli di feltro» (contro le ultime resistenze tatare). E infine all’espansione di un regno quasi senza limiti, che lambiva il palazzo imperiale di Pechino e la Via della Seta.
Non meno folto di episodi, l’epilogo della vita di Gengis Khan corrobora i tratti di una personalità insieme monolitica e contraddittoria, che unisce ferocia e saggezza, alta diplomazia e brutalità, amoralismo e improvvise accensioni sentimentali.
Tutto Gengis Khan
“Il conquistatore del Mondo” di René Grousset resta in assoluto uno dei nostri libri di storia preferiti, in grado di coniugare il fascino della narrazione al racconto storico. Leggendolo verremo non solo informati tecnicamente delle gesta del grande condottiero (cosa comunque non scontata in Italia), ma riusciremo ad entrare in contatto con quello che è stato il vissuto di Gengis Khan.

Pubblicato per la prima volta nel lontano 1944, questo testo resta tutt’oggi una delle fonti più autorevoli nella nostra lingua per quanto riguarda mongoli e affini. La narrazione non pregiudica infatti le vicende, ricostruite con i migliori testi dell’epoca, ma va renderla più piacevole per il lettore, andando incontro ad ogni tipo di esigenza. Se siete interessati a conoscere meglio uno degli uomini più decisivi della Storia, questo è il libro che fa per voi.
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