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Una delle piante più sacre in assoluto per l’intera umanità, con celebrazioni che vanno da Oriente ad Occidente, attraversando fedi e luoghi fra loro più lontani che mai. Il fico è riusciti imporsi in questi millenni come una delle piante maggiormente legate al divino, tanto da avere addirittura una sura del Corano a lui dedicata.
Origini mediterranee
Le origini di questa pianta sono da ricercare in Asia Minore, in particolare nella Caria, regione nota nell’antichità per l’imponente Mausoleo di Alicarnasso, una delle 7 meraviglie del mondo antico. Sicuramente, però, questo albero era già presente da tempo anche in Palestina, tanto che i suoi resti sono precedenti a quelli di grano e farro, alcuni dei cereali più antichi di sempre. Non a caso il fico è una delle 7 specie citate nel Deuteronomio come autoctone di Israele, cosa che chiarisce fin da subito la sua importanza e peso nel quotidiano. Saranno però i greci a diffondere questo frutto nell’intero Mediterraneo, rendendolo fin dall’antichità una delle specie più amate ed onorate dell’intera storia umana.

Con il tempo venne infatti portato in ogni angolo del globo, tanto che oggi sono pochissimi i luoghi nel quale non è assolutamente presente. Tuttavia i maggiori produttori al mondo rimangono in Medio Oriente, con Turchia, Egitto e Marocco protagonisti assoluti per numero di esemplari prodotti ogni anno.
In collegamento con la fede
In virtù del suo gusto e dell’assenza di semi, il fico ha assunto, con il passare del tempo, un ruolo sempre più centrale anche per quanto riguarda la religione, divenendo una delle piante più presenti in assoluto nelle 3 fedi monoteiste. Esso è infatti presente addirittura nella Genesi, dove diventa il primo indumento in assoluto per Adamo ed Eva, appena scacciati dal Paradiso terrestre. Inoltre il fico ha nel tempo assunto anche valore metaforico, andando ad identificarsi con il credente e, più in generale, con l’uomo puro.

Valore ricalcato anche nel Corano, nel quale gli viene dedicata anche la 95esima sura, chiamata appunto Surat At-Tin, “Sura del fico”. Inoltre vi sono diversi hadith (detti del Profeta Muhammad) nel quale ne vengono celebrate le svariate qualità, fra cui il prevenire gotta ed emorroidi. Il frutto viene poi segnalato come paradisiaco, in quanto al proprio interno non contiene semi, caso rarissimo in natura. Particolare, infine, come la sacralità verso questa pianta non si limiti al Mediterraneo, acquistando, anzi, un peso ancor maggiore in India. Fu proprio sotto un esemplare di fico sacro, chiamato poi Sri Maha Bodhi, che Siddhartha Gautama raggiungerà l’illuminazione, diventando così Buddha.
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