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Nel Corano, Dio non cerca in nessuna maniera di imporre la sua volontà al proprio suddito, questi due passi vanno esattamente in quella direzione. Non sarebbe difficile credere ad una prova tanto evidente, il vero credente è però colui che riconosce il proprio Signore e a lui si sottomette, senza alcun bisogno di spettacoli d’ogni sorta.
E lo avremmo vestito come essi si vestono
I 2 versetti fanno riferimento ad uno dei numerosi tentativi dei politeisti di delegittimare la Rivelazione coranica, questa volta esigendo una prova che non dia adito a dubbi. Proprio per questo fanno una richiesta molto particolare: che a rivelare il messaggio sia un angelo. Proprio la risposta di divina piomba allora a sconvolgere le convinzioni pagane, con un verso dall’incredibile efficacia: “E se avessimo designato un angelo, gli avremmo dato aspetto umano e lo avremmo vestito come essi si vestono”. Una sentenza che, davvero, non lascia spazio ad interpretazioni.

Nel Corano, Dio non cerca in nessuna maniera di imporre la sua volontà al proprio suddito, questi due passi vanno esattamente in quella direzione. Non sarebbe difficile credere ad una prova tanto evidente, il vero credente è però colui che riconosce il proprio Signore e a lui si sottomette, senza alcun bisogno di spettacoli d’ogni sorta. D’altronde, il Dio biblico e coranico si diverte spesso a porci davanti all’impossibile, salvo poi trasformarlo in certezza. Basti pensare a Mosè, condottiero balbettante del popolo ebraico, a Gesù, dal padre “ignoto” o anche banalmente a Muhammad, colui che rivelo il “Verbo di Allah” pur essendo analfabeta. Prove per il credente e assurdità per il resto del mondo.
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