Juz 3: Non v’è costrizione nella religione

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Il versetto di oggi è uno dei più importanti in assoluto, vero e proprio punto di riferimento per rapportarsi con chiunque, che sia musulmano o meno. Un verso per noi incredibilmente forte e che ci tenevamo assolutamente a mostrarvi.

La retta vi ben si distingue dall’errore

Probabilmente uno dei versetti più importanti in assoluto per ciò che esprime e, paradossalmente, uno dei più noti ad avere duplici interpretazioni. Il verso 256 può essere infatti letto sia in ottica “multiconfessionale”, sia in maniera più intima, trovandosi allora davanti a concetti simili a quelli intravisti nel primo Juz.

Costrizione
Juz 3, Surat al Baqara, vv. 256

Nel passo precedente, il leggendario ayat al kursi ( “il versetto del Trono”), Dio si mostra in tutto il suo potere, ponendo ancora una volta al fedele la scelta del proprio destino. Egli è infatti libero di seguire o meno il proprio Signore, nessuno potrà costringerlo e, come visto nel precedente Juz, nessuno potrà salvarlo se non vorrà lui per primo. Paradossale il fatto che, proprio per via di questo versetto, non si possa in realtà obbligare nessuno ad agire, nemmeno per seguire l’Islam. Come ci verrà ribadito più avanti, infatti, Dio ha potere su ogni cosa, compresi i “miscredenti” di ogni sorta. Proprio per questo è inutile forzare la mano, peccato anch’esso alla pari di tanti altri. Il verso è inoltre davvero interessante per la libertà che concede alle altre fedi, qualcosa che prima di allora si era visto davvero di rado nella Storia umana. Come dicevamo prima, infatti, tale versetto non deve e non può essere applicato alla mera Ummah (“comunità islamica”), ma deve diventare punto di riferimento per ogni aspetto del rapporto con gli altri, a prescindere da chi siano e cosa facciano.

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calligrafia araba
La ikraha fi al din “Non v’è costrizione nella religione” (Surat al Baqara, v.256)

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