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Continuiamo a parlarvi di musica, con una delle promesse più interessanti per quanto riguarda la musica africana e sahariana. Definita dalla BBC come “Diva of the Sudanese Desert”, Amira Kheir vi trasporterà in un nuovo mondo, fatto di melodie che uniscono Nubia e Occidente in una vera e propria “danza mistica”.
Mystic Dance
Il nuovo album dell’artista italo-sudanese porta brani dall’ossatura sahariana, ma con profonde impronte jazz che fanno il loro ingresso a più riprese, andando ad arricchire i pezzi di un’anima bella e complessa. La voce di Amira Kheir è inconfondibile e arricchirà ogni brano di un cuore soul forte e pulsante, che saprà destreggiarsi sia verso l’Africa che verso il mondo anglosassone.

Il talento dell’artista è proprio quello di variare a più riprese sia lingua sia composizione, senza però far sì che questo stravolga l’insieme ma, anzi, racconti in un certo senso la sua storia. Amira Kheir passa l’infanzia fra l’Italia e il Sudan, madrepatria dei genitori, per poi trovare a Londra il luogo in cui far esplodere il suo talento. Città che viene in un certo senso omaggiata nei brani e nelle melodie dall’anima jazz, scoperta definitivamente proprio in UK.
Diva del Deserto nubiano
Il lato che però apprezziamo di più è l’anima assolutamente africana che si respira nei suoi brani, un ritmo ipnotico che, come un miraggio sotto il Sole, saprà portarvi in atmosfere sempre nuove. Nel suo ultimo album in particolare, Amira Kheir ci mostrerà tutte le anime del deserto, passando da brani frenetici come Manaok ad alcuni dalla tranquillità infinita come Nasaim Allel. Un esperienza musicale profonda nella nuova musica sudanese, ennesimo “cervello in fuga” ancora assolutamente sconosciuto in Italia e che, anche per il suo passato, andrebbe scoperto.
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