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Il nostro Amu Nowroz ha il volto di Filippo Verre ed ha un dono dal Kurdistan. Scoprite insieme a noi come viene celebrato dalla 4° comunità del Medio Oriente, unica ancora senza fissa dimora.
Da Zoroastro ai Curdi
In questi giorni l’Iran è teatro di una festività molto importante, il Capodanno del Nowruz, ovvero il «nuovo giorno», la festa più importante dell’anno nell’universo persiano. Questa ricorrenza cade il primo giorno del mese di Farvardin,
corrispondente nel calendario cristiano ai giorni d’inizio della primavera. La festa, più antica addirittura della stessa cultura islamica, riprende la tradizione del fuoco sacro propria del culto di Zoroastro, religione mistica che ha conservato
nel corso dei millenni il rito del fuoco come simbolo di giustizia e di lotta contro le forze del male.

Oltre agli Iraniani, un altro popolo mediorientale celebra il Capodanno del Nowruz. Si tratta dei Curdi, il più numeroso popolo senza Stato del mondo. Effettuare una stima del numero di persone che compongono l’etnia curda è oltremodo complesso. Varie e diversificate sono le fonti, la maggior parte delle quali risulta essere inaffidabile ed imprecisa. Ad ogni modo, si stima che il numero totale dei Curdi si aggiri tra i 30 e 35 milioni di individui. Di questi, attualmente tra i 15 e i 20 risiedono in Turchia, circa 5 milioni in Iraq, tra i 6 e gli 8 milioni in Iran e circa 2,5 milioni in Siria. Inoltre vi sarebbero altre minoranze curde per un totale di 2 milioni di persone in Israele e in vari Paesi europei come Germania, Francia, Svezia, Paesi Bassi e Belgio.

Nel complesso, dunque, i Curdi sono il quarto popolo del Medio Oriente in ordine di grandezza dopo Arabi, Persiani e Turchi; per dare un’idea, il numero totale dei Curdi è superiore alla popolazione di ogni Stato arabo ad esclusione dell’Egitto. Sfortunatamente, nel corso dei decenni passati a causa delle difficili condizioni economiche delle proprie aree d’origine, moltissimi Curdi sono stati costretti ad abbandonare le proprie terre e sono emigrati in cerca di migliori opportunità dando vita ad una vera e propria “diaspora curda”.
Il mito Curdo
Pur vivendo spesso in condizioni di forte discriminazione socio – culturale perpetrata ai loro danni da parte dei Paesi mediorientali all’interno dei quali, loro malgrado, sono costretti a risiedere, i Curdi non hanno mai rinunciato alle loro tradizioni. Una di queste è appunto il Capodanno del Nowruz. La leggenda narra che Zohak, tiranno mitologico dell’epica curda, fosse solito nutrirsi ogni giorno del cervello di due fanciulli. L’uomo incaricato di fornire il pasto al tiranno, impietositosi, iniziò a salvare uno dei due fanciulli presentando un cervello di pecora al posto di quello umano.
I giovani sopravvissuti si rifugiarono sulle montagne e diventarono segretamente i fondatori di una nuova stirpe e di un nuovo popolo, del quale i Curdi, secondo la leggenda, sono i discendenti. Un giorno uno dei giovani si ribellò al tiranno Zohak, rovesciò il suo trono e lo uccise rendendo finalmente liberi tutti gli altri giovani che si erano rifugiati sulle montagne. Il Nowruz è dunque il capodanno curdo e simboleggia la liberazione dalla schiavitù e la conquista della libertà. Negli ultimi anni questa ricorrenza è divenuta teatro di scontri tra curdi e polizia, specialmente in Turchia, dove ogni manifestazione identitaria curda è severamente vietata.
I Curdi in Iran
La celebrazione del Nowruz, festa molto importante per gli Iraniani, da parte dei Curdi testimonia una vicinanza tra questi due popoli molto significativa. A tal proposito, Teheran non ha mai negato le sue variegate componenti multietniche e ha saputo aggregare le locali minoranze nella sua struttura politico – religiosa. A differenza di Turchia ed Iraq, per esempio, l’Iran ha rappresentato, e continua tutt’oggi a rappresentare, un Paese non del tutto ostile alla minoranza curda. Oltre all’affinità etnica col popolo iraniano infatti, la stessa lingua parlata dai Curdi stanziati in Iran è molto simile al Farsi. I Curdi iraniani sono considerevolmente ben integrati nella società locale; non vi sono infatti discriminazioni particolari, non è presente un’aperta ostilità istituzionale nei loro confronti né vi è traccia di politiche negazioniste.
Malgrado ciò, è opportuno segnalare che, in passato, la minoranza curda stanziata in Iran è stata vittima di episodi di violenza e di sistematiche persecuzioni. Soprattutto tra gli anni Venti e la fine degli anni Quaranta e durante i primi periodi successivi alla Rivoluzione Islamica del 1979 infatti, i Curdi stanziati in Iran sono stati costretti a subire importanti repressioni da parte delle autorità di Teheran. Nonostante questo, l’Iran oggi è un Paese che garantisce alla propria minoranza curda diritti e prerogative impensabili in altre nazioni mediorientali. Il Capodanno del Nowruz, dunque, se mai ve ne fosse bisogno, certifica l’affinità socio – culturale presente tra Iraniani e Curdi, due popoli antichi, affascinanti e ricchi di elementi comuni, a partire dalle tradizioni.
Ringraziamo ancora Filippo per averci fatto conoscere questa nuova parte del popolo curdo e del suo rapporto con il Nowruz, un patrimonio unico che va preservato con amore; il 15 aprile avremo il piacere di portarvi un suo nuovo articolo. Seguiteci sulla nostra pagina facebook, YouTube e Instagram, ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.