“La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo

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Uno dei film più epici in assoluto di tutta la storia del cinema, un’opera senza tempo, capace di incantare ancora allo schermo a più di 50 anni di distanza. Il racconto della rivoluzione algerina visto dai uno dei suoi luoghi più iconici: la Casbah.

La battaglia di Algeri

Algeri, 7 ottobre 1957. I parà del colonnello Mathieu circondano il nascondiglio dell’unico superstite del Fronte di Liberazione Nazionale algerino, Alì La Pointe, e minacciano di far saltare con la dinamite la casa. Questi, in attesa della morte, ripercorre con la memoria gli avvenimenti nei quali, da sfruttatore di donne e pregiudicato comune, è maturato in uomo cosciente del suo diritto alla libertà. Tre anni prima, nel novembre ’54, la lotta era cominciata liberando la Casbah dai germi della malavita per fare della cittadella araba la roccaforte della rivoluzione: poi era esplosa con scontri individuali ed azioni terroristiche che avevano provocato reazioni da parte della popolazione francese.

Battaglia Algeri
Il colonnello Philippe Mathieu

Nel gennaio del ’57 erano giunti il colonnello Mathieu ed i paracadutisti che, con un’azione militare e poliziesca non priva d’intelligente organizzazione e non aliena da sistemi di tortura, avevano progressivamente smantellato l’organizzazione algerina e risalita la piramide dei collegamenti fino ad isolare La Pointe e scoprirne il nascondiglio. Morto Alì La Pointe, la rivoluzione appare sedata. Ma nel dicembre del ’60 tutto ricomincia quasi per incanto e due anni dopo l’Algeria ottiene l’indipendenza.

Omaggio italiano ai rivoluzionari

Il film di Gillo Pontecorvo è in assoluto uno dei capolavori della cinematografia mondiale per eroismo e realismo. La lotta di liberazione algerina è vista dagli occhi di un ragazzo della Casbah, uno ragazzo come tanti, cresciuto nella miseria più nera. Sarà proprio quest’ultima a chiamarlo, a ribaltare per sempre la sua vita, di fronte alla promessa di libertà per gli oppressi e gli sfruttati. Questo luogo nel film assume un’anima tutta sua, una roccaforte algerina che si erge silenziosa e imponente di fronte ai francesi. Una creatura addormentata, pronta ad esplodere e a travolgere qualsiasi suo conquistatore.

Battaglia Algeri
Ali La Pointe assieme ai compagni rivoluzionari

Una metafora per un popolo incredibile, indomito e ribelle in ogni sua espressione e cultura. Il film è un omaggio a questa epica resistenza, decisa a combattere l’invasore straniero fino alla fine, costi quel che costi. Il regista non è dimentico, infatti, nel mostrare le torture a cui vennero posti i patrioti algerini, in una guerra tutt’oggi ricordata per crudeltà e ferocia messa in atto. Sangue versato per un sogno grande, raggiunto solo in virtù di incredibili sacrifici e fermezza d’animo. Il messaggio più importante è però quello relativo alla distanza di tempo fra la fine di Ali e la nascita del paese. Dopo anni in cui la rivoluzione sembrava sedata, scoppiò in tutto il suo impeto, concludendosi in gloria nel 1962.

Domani continueremo la rassegna dedicata all’Algeria con Lalla Fatma N’Soumer, probabilmente colei che più in assoluto incarnò questo paese. Seguiteci sulla nostra pagina facebookYouTube e Instagram, ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.

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