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Iniziamo una settimana dedicata all’Algeria con una delle sue figure più popolari in assoluto. Cheikha Rimitti può considerarsi pura espressione incarnata del raï, la musica tipica di Orano e, in generale, di tutto il paese.
Del popolo
Cheikha Rimitti nacque nel 1923 a Tessala, in Algeria. Orfana fin da piccola, a 15 venne presa da una compagnia di musica tradizionale algerina che le insegnò a ballare e a cantare. A 20 inizia a comporre le sue prime canzoni che avranno un incredibile successo durante la II guerra mondiale. Nel 1952 inciderà il suo primo album ma la consacrazione arriverà 2 anni dopo.
Rilascerà infatti il brano Charrak Gattà, il quale invoglia delle giovani ragazze a perdere la propria verginità. Questo le provocò giudizi pesantissimi da parte dell’ortodossia religiosa, la quale, al termine della lotta di liberazione algerina, non esiterà a censurarla pubblicamente.
L’attentato e gli ultimi anni
Con l’indipendenza del paese, sempre più artisti Raï emigrano in Francia, spaventati dal crescente clima di tensioni verso il loro genere musicale. L’Algeria si proclamò infatti araba e musulmana, di conseguenza venne poco tollerato un genere come quello di Cheikha Rimitti, fin troppo liberale per la situazione dell’epoca. Nel 1971, una volta tornata in patria, l’artista verrà coinvolta in un incidente automobilistico, in cui 3 membri della sua band rimasero uccisi e lei rimase in coma per 3 settimane.
Al termine del ricovero, la cantante cambiò radicalmente la sua concezione di vedere il mondo, eseguendo perfino l’hajj (pellegrinaggio obbligatorio alla Mecca) pochi anni dopo. Il viaggio non trasformò l’arte di Cheikha Rimitti, la quale continuò la propria carriera fino a 2 giorni prima della sua morte, nel 2006.
Simbolo
L’artista non può che essere considerata la vera e propria incarnazione femminile del Raï, visto anche lo stile di vita e i testi delle sue canzoni. Questo genere, di cui tratteremo in maniera più approfondita fra qualche giorno, affonda le sue origini nella tradizione di Orano, città costiera e da sempre pregna di tutte le culture del Mediterraneo. Proprio nei souk di questa città, ballerine e musicisti ambulanti si divertivano con della musica che celebrava alcool, sesso e piaceri terreni.
La musica di Cheikha Rimitti univa a questi elementi parte della sua vita, come Bi Kidude, passata con gli strati più dimenticati ed umili della società. Ascoltando le sue canzoni si può sentire il battito del popolo algerino, profondamente orgoglioso della sua libertà.
Domani continueremo la rassegna dedicata all’Algeria con “La battaglia di Algeri” di Seguiteci sulla nostra pagina facebook, YouTube e Instagram, ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.