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Continuiamo il weekend con un’altra splendida intervista. Oggi vi presentiamo Chaimaa Fatihi che, a 3 anni dall’uscita del suo libro “Non ci avrete mai”, ci parla di com’è cambiata la sua vita e del suo erasmus in Turchia. La prossima settimana sarà dedicata all’Algeria, quella successiva al Nowruz e alla Persia.
K: Ormai sono passati quasi 3 anni dall’uscita del tuo libro “Non ci avrete mai”, nel frattempo com’è cambiata Chaimaa? Ti rivedi ancora nel testo o faresti qualche cambio?
C: Dall’uscita del libro, ad oggi, devo dire che sono cambiata parecchio. Forse meglio dire maturata, ecco. Ho acquisito tante competenze proprio grazie alle presentazioni fatte in giro per il nostro paese, la capacità di dialogo si è estesa, il mettermi in discussione maggiormente, anche su quelle cose che reputavo estreme certezze. Oltre a questo ho imparato ad autotutelarmi, senza dover sempre cadere nelle mere polemiche da social, che poi sicuramente incidono negativamente nella propria vita quotidiana.
Cosa cambierei del libro? Oserei dire nulla, perché credo che quando ho scritto fosse il frutto di pensieri di una Chaimaa più giovane, con meno esperienze, con poca consapevolezza, ma con tanto coraggio. Un coraggio che probabilmente oggi non avrei in maniera così forte. Mi ci rivedo moltissimo in tanti punti del libro, però la Chaimaa più grande di 3 anni oggi penso avrebbe un approccio diverso su certe questioni.
K: Come hai vissuto l’erasmus in Turchia? Il fatto di portare già 2 culture è stato un vantaggio o uno svantaggio?
C: L’esperienza Erasmus in Turchia è stata una delle più belle della mia vita. Mi sono perdutamente innamorata di Istanbul vivendola nella sua quotidianità, che è ben diversa dal viverla come turista. Una città straordinaria, un vero e proprio trait d’union tra Europa ed Asia, un mix di culture che convivono insieme. La mia identità multipla mi ha aiutato moltissimo, ma devo dire che è stato il periodo più appagante riguardo il mio essere italiana, perché tutti mi reputavano tale.
Ero la ragazza dell’accento maccheronico in inglese, quella che gesticola mentre parla, quella che si scioccava per la maionese e ketchup sulla pasta degli amici erasmus di altri paesi europei e dei turchi stessi. Al contempo ammiravano le mie origini marocchine, infatti durante il Ramadan, in particolar modo, facevo loro il “msemmen”. Insomma, finalmente ero definita e vista per quello che sono, sensazione bellissima.
K: Si parla sempre di Istanbul ma com’è il resto del paese? Te lo aspettavi così o ti ha sorpreso?
C: Istanbul è il simbolo turco per eccellenza in quanto una città grandissima, di oltre 22 milioni di abitanti, e con le attrazioni turistiche più famose. Tuttavia, durante il mio periodo erasmus ho imparato ad apprezzare le altre città, anche queste turistiche ma meno visitate rispetto ad Istanbul. Sono stata in Cappadocia e in Ölüdeniz, la prima bellissima per le sue famose mongolfiere, che volano nel cielo al sorgere del sole, mentre la seconda è una località di mare specialmente frequentata da inglesi.
Sono stata inoltre quasi al confine greco-turco, in una cittadina chiamata Keşan ed un’altra detta Enez. Luoghi favolosi con persone eccezionali. Il resto del paese è ben diverso da Istanbul, ma semplicemente perché alcune zone non sono turistiche e devo dire che mi son piaciute ancor di più per la genuinità dei loro abitanti.
K: Cosa ti ha lasciato il viaggio in Turchia?
C: Mi ha lasciato tante amicizie, una nuova famiglia, nuove esperienze e soprattutto la voglia di poter un giorno lavorare tra l’Italia e la Turchia. Istanbul mi ha letteralmente cambiato il mio modo di vedere tante cose.
K: In questo momento ti senti più scrittrice o giurista? Hai già dei programmi per il futuro?
C: In questo momento mi sento una studentessa di Giurisprudenza, che scrive. Per sentirsi scrittori credo ci voglia molto di più. Sono quasi verso la fine del mio percorso di studi, sto pensando al futuro, ma quel che mi affascina di più è poter un giorno lavorare per le organizzazioni internazionali umanitarie.

Ringraziamo ancora Chaima Fatihi per l’intervista, ascoltare i racconti di chi ha vissuto in una città tanto magica è sempre un piacere unico, se a questo andiamo ad unire una penna eccellente come la sua, il capolavoro è compiuto. Vi lasciamo i link alla sua pagina facebook e Instagram
Domani iniziamo una settimana dedicata all’Algeria, in quella successiva, invece, vi porteremo in Persia a festeggiare il Nowruz, il capodanno persiano. Seguiteci sulla nostra pagina facebook, YouTube e Instagram, ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.