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Siamo orgogliosi di essere fra i primi al mondo a portarvi un’intervista con gli Omar & the Eastern Power, una band coreana dalla voce e dal cuore africano. Se siete amanti delle contaminazioni non potete perderveli. Clicca sulla versione inglese per l’intervista in originale
K: Da dove nasce l’idea dietro ad Omar and The Eastern Power?
O: L’idea nasce dopo che Omar, la voce del gruppo, venne sull’isola di Jeju nel 2015. Stava cercando di suonare della musica diversa e nel frattempo scriveva canzoni, più avanti, sempre nello stesso anno, incontrò Wael, che al tempo viveva a Seoul; Omar condivise con lui alcune canzoni, chiedendogli la propria opinione a riguardo. Il feeling artistico scattò subito e decisero di fare delle performance live, dopo un paio di spettacoli incontrarono Tehiun e Jinhoo, con quali i quali scattò subito una fortissima sintonia. I due diedero alla band un modo completamente diverso di arrangiare i pezzi e insieme abbiamo fatto nuove melodie, non racchiuse in unico genere.

K: Come reagisce il pubblico coreano alla vostra musica? È stato sempre semplice comunicare con una musica ed una cultura tanto diversa?
O: Ad alcuni dei nostri pezzi più groovy la gente di solito si alza e si mette a ballare, non importa se vecchi o giovani; con altri pezzi più intimi il pubblico, alle volte, arriva ad emozionarsi tanto da piangere. Dipende molto da che storia stiamo raccontando e come, anche se non sempre riescono a comprendere il testo, entrano in sintonia con il ritmo.
K: C’è qualche artista che ha influenzato di più la vostra musica? Noi abbiamo trovato alcune tracce di Gnawa
O: Ci sono moltissimi artisti e generi che ci ispirano e fra questi certamente dei generi originari del Nord Africa come la Gnawa sono una fonte preziosissima. Altri generi che amiamo particolarmente sono poi: afrobeat, desert blues, musica araba, reggae, dub, jazz, musica dell’Africa occidentale, quella latina e quella brasiliana. Abbiamo moltissime fonti d’ispirazione. Se dovessi dire un nome in comune per tutta la band, probabilmente diremmo Fela Kuti
K: Qual’è la vita di una band come la vostra in Corea? In Italia conosciamo molto di Cina e Giappone ma pochissimo di questo paese
O: Che la Corea in Occidente non sia popolare come Cina e Giappone è verissimo, tuttavia questo paese ha una storia molto antica ed una cultura assai profonda, con davvero poco da invidiare ai due colossi asiatici. La scena musicale in Corea è ottima, con alcune band che hanno una lunghissima storia qui, negli ultimi 10/20 anni credo che il paese sia diventato sempre più attraente per gli stranieri che vengono ad esplorarne la cultura. Noi stiamo provando a far parte sempre di più della scena musicale coreana e da qui facciamo la nostra musica, con trasferte in Corea e non solo.
In passato abbiamo parlato sul nostro sito della storia della cultura arabo-islamica in Corea, ci sono ancora dei segni di questo?
O: Quello che si sa è che arabi e coreani hanno relazioni che risalgono al 9° secolo, quando dei musulmani arabo alawiti si rifugiarono nel regno di Silla, ponendo le loro radici in Corea. Tuttavia durante l’era Joseon la cultura islamica non ebbe molto impatto. Nella Corea moderna a partire dagli anni “60 e “70 le relazioni sono state gradualmente costruite, molti coreani lavorano in paesi arabi e nel tempo si è sviluppata una buona conoscenza della cultura araba.

Negli ultimi 20 anni molti arabi sono venuti a stabilirsi e a lavorare in Corea, ci sono parecchie moschee in diverse città e moltissimi ristoranti arabi. Nell’isola di Jeju, dove la band si è recentemente stabilita, ha appena aperto un ristorante gestito da un rifugiato yemenita. Noi crediamo che l’arte, la cultura e la musica siano le vie per rompere il ghiaccio e mostrare i tratti in comune fra razze, colori e lingue degli uomini.
K: Qual’è il prossimo passo che state progettando?
O: Il nostro prossimo obiettivo sarà registrare il secondo album e magari organizzare un tour in Corea e all’estero.
Ringraziamo infinitamente il gruppo per la disponibilità, ci tenevamo particolarmente a portarli per primi perché crediamo che sia qualcosa di unico e che potrà dirci molto in questi anni. In più sono stati la nostra ispirazione per uno degli articoli di cui siamo tutt’oggi molto orgogliosi, un grande e doppio onore. Vi lasciamo il link alla loro pagina facebook..
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Thank you so much to Omar and The Eastern Power for this great opportunity, we love band as you that combine such really different music in such great beauty.