Benazir Bhutto, la grande leader

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Dopo avervi parlato delle lotte del passato, ci sembrava giusto trattare di una figura contemporanea e dell’altra part del mondo islamico. Benazir Bhutto è stata in assoluto una delle più grandi figure politiche degli ultimi anni, un personaggio che è importante non dimenticare.

Educazione e colpo di Stato

Benazir Bhutto nasce a Karachi, in Pakistan, nel 1953. Suo padre è Zulfiqar Ali Bhutto, il fondatore del partito PPP (Pakistan People’s Party) e figura politica sempre più influente e rilevante nel paese. Ciò permise alla giovane Benazir di studiare ad Harvard scienze politiche e in seguito al St Catherine’s College di Oxford, dove brillò in economia, filosofia e politica. Proprio l’amore per questa materia la spinse ad assistere il padre, all’epoca presidente.

Benazir Bhutto

Quest’ultimo godeva di un sempre maggior malcontento da parte dell’aristocrazia pakistana, contraria alle sue politiche di stampo socialista che minavano sempre di più la loro autorità. Dopo diverse turbolenze politiche nel paese, il generale Muhammad Zia-ul-Haq fece un colpo di Stato, deponendo e giustiziando Zulfiqar Bhutto il 4 aprile 1979. A Benazir fu risparmiata la vita ma fu costretta agli arresti domiciliari, i quali dureranno fino al 1984, anno in cui le fu permesso di partire per il Regno Unito.

Leader

Dal suo ritorno in Uk, divenne il leader in esilio del PPP, ma non riuscì a compiere azioni significative fino alla morte del dittatore nel 1988. Con la morte di Zia, fece ritorno in Pakistan, venendo subito eletta come primo ministro all’età di 35 anni, la più giovane persona a ricoprire questo ruolo in uno stato musulmano contemporaneo, oltre che la prima donna. Il suo governo avrà sempre estreme difficoltà sia per la complessità socio-demografica del paese, sia per le opposizioni da esse derivate. Anche a causa dei suoi ideali progressisti sarà sempre mal vista dalle forze più conservatrici, molto spesso già alleate di ul-Haqq.

Benazir Bhutto
Benazir Bhutto con il marito Asif Ali Zardari, che prenderà poi il suo posto come leader PPP

Nel 1990 venne destituita a seguito di tensioni nel paese e di uno scandalo di corruzione legato all’industria pubblica. Una volta dimessa passerà subito all’opposizione, venendo poi rieletta nel 1993. Nel 1996 verrà accusata ingiustamente di corruzione dal presidente Farooq Leghari e costretta ancora una volta a dimettersi, questa volta in maniera definitiva. All’epoca, infatti, il Pakistan prevedeva un massimo di 2 mandati per capo di Stato, legislazione modificata poi nel 2002 dal presidente Pervez Musharraf.

Assassinio

Dopo un esilio volontario fra Londra e Dubai, nel 2007 Benazir Bhutto tornerà in Pakistan, pronta a ricandidarsi alle imminenti elezioni. Il ritorno in patria viene però accolto da un attentato a Karachi, luogo in cui si trovava la politica, uscita illesa dall’incidente. La strage causò 149 morti e 402 feriti, soprattutto fra i membri fedeli al PPP che accusarono immediatamente il presidente di non aver effettuato i giusti controlli in una situazione di tensione annunciata.

Benazir Bhutto

Il 27 dicembre dello stesso anno Benazir Bhutto verrà uccisa a Rawalpindi, luogo in cui, curiosamente, era stato giustiziato il padre. Autore dell’omicidio sarà un kamikaze che, una volta terminata l’opera, si farà saltare in aria, assicurandosi definitivamente della morte dell’ex premier. Inizialmente il presidente Musharraf diede la colpa a dei gruppi fondamentalisti, nel 2017 sarà però definitivamente condannato dalla corte di Rawalpindi proprio in seguito alla sua relazione con la morte dell’ex capo di Stato.

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