Asmahan, la diva tormentata

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Torniamo a parlarvi di musica, con una delle più grandi dive della storia del mondo arabo, seconda forse solo a Umm Kulthum e a Fairouz per eleganza e doti canore. Asmahan unì a queste incredibili abilità una vita tormentata da costumi familiari e dallo spionaggio, rendendola “La Diva” per eccellenza in Medio Oriente.

Asmahan degli Atrash

Asmahan nasce il 25 novembre del 1912 in una delle famiglie più influenti e potenti dell’intera Siria, gli Atrash, un clan di druso originario di As Suwayda. All’epoca della nascita della diva, suo zio, Sultan Al Atrash, stava combattendo per l’indipendenza siriana e questo li fece diventare subito bersaglio delle spie francesi. Proprio a causa di questa lotta, Asmahan e suo fratello, il grande Farid Al Atrash, furono costretti a rifugiarsi in Egitto. Qui vennero subito posti sotto l’ala protettrice di Sa’ad Zaghlul, grande alleato degli Atrash e fondatore del partito Waqf. Fu qui che venne scoperta, assieme al fratello, dal grande compositore egiziano Dawood Hosni che le assegnerà per primo il nome di Asmahan (in realtà si chiamava Amal Al Atrash) e che le insegnerà a suonare l’oud.

Asmahan
Asmahan con il fratello Farid Al Atrash

A 14 viene presentata per la prima al grande pubblico alla Cairo Opera House, davanti ad un enorme platea, l’artista viene notata fin da subito per eleganza e classe, aprendosi così fin da subito la strada per un’incredibile carriera. In famiglia, però, il suo successo è malvisto. Si pensa ancora che la donna debba occuparsi della casa e questa incredibile esposizione mediatica fa star sempre peggio gli Atrash. È allora che Farid consiglia sempre più spassionatamente alla sorella di sposarsi con il cugino Hassan, uno dei più ricchi membri della propria famiglia. Asmahan accetterà infine la proposta del fratello, tornando per 5 anni e mezzo a Jabal al Druze, nei territori di famiglia e abbandonando la sua carriera musicale.

Una vita in rivolta

L’atmosfera della campagna deprime però sempre di più l’artista e il matrimonio con Hassan va sempre peggio. Nel 1939, dopo 6 anni di matrimonio, la diva divorzia e ritorna in Egitto, luogo dove ha lasciato il cuore. La vita del Cairo è imparagonabilmente più cosmopolita ed evoluta rispetto a quella di AS Suwayda e proprio per questo legherà il suo nome sempre di più a questo ambiente, diventandone una star assoluta. C’è da dire, però, che non dimenticherà mai  le proprie origini, soffrendo non poco per questo grande allontanamento.

Asmahan

Ancor di più soffrirà però nel 1941 quando venne fatta tornare dai britannici in Siria. Secondo gli Alleati, infatti, il suo apporto sarebbe stato fondamentale per riuscire a mantenere calma la popolazione in vista di un loro eventuale attacco; a questo seguì la promessa di libertà per siriani e libanesi. Asmahan, ancora profondamente innamorata del proprio popolo, accettò, quando però si rese conto della vanità della promessa, provò a rivolgersi ai nazisti, presenti all’epoca in Turchia. Per tentare di sbloccare dei blocchi alla frontiera, fu costretta a risposarsi con l’ex marito Hassan, matrimonio che durò pochissimo e che vide la diva tentare due volte il suicidio.

Eredità dorata

Una volta terminata la missione, si stabilì definitivamente in Egitto, luogo che non lascerà mai, nemmeno dopo la morte, avvenuta in circostanze misteriose. Nel 1944, infatti, la vettura su cui si trovava a bordo, nei pressi di Mansura, venne investita e trascinata nel Nilo. Non vennero mai chiarite bene le dinamiche dell’incidente e ciò spinge ancora oggi in molti malfidenti a veder analogie con la morte di Lawrence d’Arabia, altre grande spia inglese attiva quegli anni in Medio Oriente.

Asmahan

L’eredità che Asmahan lasciò, ad appena 31 anni, è comunque qualcosa di incredibile che ancora oggi genera stupore e ammirazione per eleganza e talento. Quest’incredibile diva unisce “l’occidentalità” di Fairouz, alla classe teatrale di Umm Kulthum, portando alla luce i lati più belli di queste artiste. Un timbro soave e una delicatezza mostruosa per ogni nota, Asmahan rimane tutt’oggi una delle voci in assoluto per quanto riguarda la musica araba. Un’artista che va recuperata anche alla luce della sua storia, che traspare nella profondità di ogni parola. La Diva, davvero.

Domani continuiamo la settimana dedicata alla donna con Tahia Halim, una delle più grandi pittrici della storia egiziana e sudanese.

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