Hoda Sha’arawi, la prima femminista d’Egitto

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Dopo avervi parlato di Suhayr al Qalamawi, non potevamo fare a meno di parlarvi di una delle sue più grandi maestre. Hoda Sha’arawi fu la prima femminista a combattere attivamente contro le ingiustizie nel proprio paese, sfidando tanto la potenza maschile quanto quella colonialista

La rivoluzione parte dall’harem

Hoda Sha’arawi nacque il 23 giugno 1879 a Minya, nell’alto Egitto da una nobile famiglia della regione. La madre era una schiava circassa e questo lascia presagire fin da subito l’educazione che riceverà la giovane donna, rinchiusa in una gabbia dorata. La futura femminista crebbe infatti in un vero e proprio harem, educata da eunuchi allo studio del Corano, ma non alla sua grammatica.

Hoda Sha'arawi
Una giovanissima Hoda Sha’arawi

All’epoca vi era infatti la profonda condizione che le donne di buona famiglia dovessero passare la loro vita fra gli agi, ma senza occuparsi di altro. Le fu permesso però di studiare il francese, lingua preziosissima per il suo futuro. Nel 1908 andrà a Parigi, un viaggio che la cambierà per sempre e che sarà fondamentale per ampliare i propri orizzonti.

Fra velo ed istruzione

Una volta tornata fonderà infatti un dispensario con annessa una scuola, al quale si aggiungerà poco dopo anche un’intero ospedale. I risultati dell’iniziativa crebbero sempre di più per fama e celebrità, tanto che da essa si genererà un’altra iniziativa: “La Società della donna nuova”. Quest’ultima aveva l’obiettivo di alfabetizzare le donne delle classi più povere e disagiate, fornendole anche consigli pratici in quanto ad igiene personale. Nel 1923 Hoda Sha’arawi fonderà l’Unione Femminista Egiziana, la prima associazione ufficiale a tutela dei diritti della donna nel paese, un risultato senza pari.

Hoda Sha'arawi

Nello stesso anno l’attivista sfiderà ancora una volta i tabù dell’epoca e, dopo un viaggio a Roma per un’importante riunione femminista, compì un gesto ritenuto scandaloso: si tolse il velo pubblicamente nella stazione del Cairo. Il gesto sarà fondamentale per la sua campagna e, in un verso e nell’altro, segnerà un punto di non ritorno, iniziando anche a dividere le altre femministe. Nel frattempo infatti si erano creati due diversi partiti legati al ruolo del velo: uno capitanato dalla franco-egiziana Madame Rushdi, che vedevano nell’hijab dei retaggi soprattutto culturali e uno con a capo Malak Hifni Nasif, femminista egiziana che proprio in virtù di tali retaggi lo considerava un’arma culturale anti-britannica.

Palestina e panarabismo

Nel corso dei successivi anni Hoda Sha’arawi legò a sé sempre più egiziani alla sua lotta, arrivando a fondare, assieme a Sa’ad Zaghlul, il Wafd, probabilmente il partito più progressista nell’intera storia del paese. In seguito ai grandi disordini nel paese, si batté in prima linea contro gli occupanti inglesi e contro la fondazione dello stato di Israele, risultando a tutti gli effetti una delle prime antisioniste della Storia. L’attivista si era infatti resa conto della connessione nel destino degli arabi e proprio alla luce di questo va letto il suo impegno per la Palestina.

Hoda Sha'arawi
Hoda Sha’arawi con Safiya Zaghlul, la moglie di Sa’ad Zaghlul

Non a caso fu su sua esortazione che nel 1944 venne creato, su sua esortazione, il primo congresso femminista arabo, atto a rappresentare anche “l’altra metà del popolo arabo”. Si spense nel 1947 dopo aver segnato passi indelebili per quanto riguarda la storia del femminismo arabo e mondiale.

Domani continuiamo la settimana con Asmahan, sorella di Farid Al Atrash e stella della musica araba.

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