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Continuiamo la nostra settimana dedicata alle donne con un vera e propria leggenda africana. Oggi vi portiamo a Zanzibar a conoscere Bi Kidude, la nonna della musica taarab, un leggendario genere che mischia Africa, Persia e Arabia.
“Nonnina taraab”
Bi Kidude nasce, con il nome di Fatuma binti Baraka, nel 1910 a Mfamgimarigo, in Tanzania. La famiglia è di umilissime origini e il fato sembra già scritto, negli anni “20 farà però un incontro che le cambierà per sempre la vita. Viene notata da una compagnia di musica tradizionale che, colpita per le sue abilità, decide di assumerla immediatamente, aprendole le strade di quest’arte. Il suo talento è subito evidente in tutto il paese e le sue doti come cantante di kidumbaki e di ngoma, due generi della tradizione locale, la porteranno agli occhi di Siti binti Saad, la fondatrice del taraab.
All’epoca Zanzibar e la Tanzania facevano parte del sultanato dell’Oman e ciò spingeva moltissimi arabi a giungere fino all’isola africana per divertirsi. La richiesta per melodie apprezzabili anche dai sultani furono sempre più forti e fu così che nacque il taraab, un genere che collegava più culture. Negli anni “30 Bi Kidude divenne la discepola prediletta di Siti binti Saad, attestandosi fin da allora come vera e propria leggenda del genere.
L’apertura al mondo
Dopo un lungo ritiro dalle scene, negli anni “80 Bi Kidude ritornò a calcare le scene, mostrando al mondo intero il suo talento. Gli anni “80 segneranno un’incredibile rinascita per la musica africana, i suoi canti in arabo e swahili divennero un tesoro unico e apprezzato ad ogni latitudine. Grazie al suo modo di interpretare quest’arte, arrivò a fare tournée intere persino in Giappone, risultato ancor più incredibile che l’artista incise il suo primo album solo nel 2004. Come Umm Kulthum, Bi Kidude voleva ricreare ogni volta un’atmosfera nuova, adattandosi ogni volta alla platea che aveva davanti, cosa che poco si concilia con registrazioni ripetitive. Leggenda anche sotto questo aspetto.
Nei suoi canti Bi Kidude racconta vita quotidiana nel suo paese, riuscendo ogni volta a trasportare l’ascoltatore in universo tanto lontano quanto familiare, incantando ogni volta corpo e udito. I suoi canti si concentrano in particolare alla gente più povera, umile ed emarginata, con la quale l’artista trovò sempre una profonda connessione. “Bi Kidude” infatti sta per “nonnina” in swahili e racconta molto di questa incredibile artista, attiva fino ai 90 anni per raccontare un paese troppo spesso dimenticato.
Domani vi parliamo di Hoda Sha’arawi, pioniera del femminismo arabo ed egiziano.
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