Baya, la regina algerina del surrealismo

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Oggi vi parliamo di Baya, una leggendaria artista algerina, tanto incredibile da contare fra i suoi estimatori: Pablo Picasso, Georges Braque e André Breton, il padre del surrealismo.

Fatima Haddad “Baya”

Fatima Haddad “Baya” nasce nel 1931 a Bordj El Kifane, un paese non distante da Algeri. Orfana di entrambi i genitori, verrà cresciuta a casa della francese Marguerite Camina Benhoura, dove avrà il suo primo contatto con il mondo dell’arte. Nel 1947 dipinge la sua prima opera “Donna con i capelli blu in vestito giallo”

Baya
Una delle primissime opere di Baya

Fin da subito l’opera appare come un chiaro e fortissimo richiamo ad una femminilità selvaggia, quasi primordiale, che ha il suo eco nella tanta vita presente nel quadro. Si tende quasi a confondere la natura della donna e quella a lei circostante, dando un fortissimo impatto visivo alla composizione. Un’altra caratteristica di questa prima serie sarà poi l’assenza totale di uomini, un messaggio davvero potente, specie per l’Algeria dell’epoca. Il talento di Baya verrà subito notato dal grande critico Aimé Maeght che farà carte false per portarla a Parigi.

Fra i grandi

In Francia Baya diventerà grande amica di artisti del calibro di Pablo Picasso, Georges Braques e André Breton. Quest’ultimo, che verrà poi considerato uno dei padri del Surrealismo, fu forse il suo più grande fan, tanto da scrivere un testo intero dedicato all’artista algerina.

Baya

Con l’arrivo della Guerra d’Algeria, Fatima fu costretta a tornare in patria, dove sposò il musicista El Hadj Mahfoud Mahieddine. Con l’arrivo del conflitto, la carriera di Baya si arresta, concentrandosi sulla sopravvivenza sua e della prole generata dal matrimonio. Dal 1963 l’artista si rimetterà all’opera, continuando fino alla sua morte nel 1998.

Una grande eredità

Baya è considerata tutt’oggi una delle artiste più importanti sia per quanto riguarda il Maghreb che le lotte femministe arabe. Il suo stile è un costante tributo alla selvaggia femminilità araba, troppo spesso rinchiusa a favore del potere maschile. Il periodo di tempo nel quale operò, inoltre, la rende una delle primissime a lottare per il diritto alla libertà della donna.

Baya

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Questo articolo ha 0 commenti.

  1. Non conoscevo questa artista, mi incuriosisce molto. Approfondirò il suo profilo artistico. Grazie per averne parlato. Ciao!

    1. Khalid Valisi

      Onorato di leggere questi bei commenti, scusami se non ti avessi risposto ad altri prima 😉

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