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Un salto indietro di diversi anni con “Il libraio di Kabul”, un libro che ci ha, in un certo senso, aperto le strade per l’Afghanistan. Il diario dell’anno passato dalla giornalista Åsne Seierstad a Kabul, assieme ad una famiglia di librai.
Il libraio di Kabul
Novembre 2001. Åsne Seierstad entra a Kabul e nella vita di Sultan Khan, il libraio che ha pagato con il carcere lo scontro per la dignità della sua nazione. La giovane reporter norvegese diventa per quasi un anno “la figlia bionda” di Sultan, ospite nella sua casa e testimone di amori proibiti, crimini, punizioni, ribellioni giovanili e ingiustizie che segnano la vita quotidiana della famiglia Khan, divisa tra l’onore e le umiliazioni subite, soprattutto dalle donne, sotto il regime talebano.

Il libraio di Kabul è il resoconto di quell’esperienza straordinaria, la voce di un popolo che cerca di risollevarsi dopo la guerra, i sogni di riscatto che squarciano il buio di una società in lotta per la sopravvivenza.
Un primo impatto con l’Afghanistan
“Il Libraio di Kabul” è stato in assoluto uno dei primi libri ambientati in Medio Oriente che abbiamo letto, inevitabile che per noi sia fonte di grandi ricordi ed esperienze. È stato il nostro primo periscopio in un mondo che all’epoca ci era pressoché sconosciuto, la storia della Seierstad era perfetta per l’occasione.

La reporter infatti non era mai stata in Medio Oriente e il tema della “scoperta” è presente in tutto il romanzo. Ciò consente, a coloro che meno conoscono queste aree, un approfondimento graduale e costante in un mondo che ad alcuni può sembrare tanto lontano. Come in “The Breadwinner”, la professione del patriarca sarà poi preziosa per comprendere appieno la meravigliosa cultura di questo paese, troppo spesso posta in seconda piano dall’attualità. Sultan Khan si pone infatti come un vero e proprio faro della cultura, nel momento più nero in assoluto per essa. Con la sua piccola libreria farà di tutto affinché l’antichissima storia dell’Afghanistan non venga mai e poi mai distrutta.
Un romanzo consigliatissimo se volete entrare in contatto con una cultura tanto particolare come quella afghana, unione di mille mila culture che questi luoghi hanno popolato.
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Grazie per questa segnalazione; in effetti mi incuriosisce molto
Ne ho un bellissimo ricordo, magari se cerchi “Il Libro”, non è adatto ma rimane una delle testimonianze più interessanti in assoluto sull’Afghanistan