This article is also available in:
English
Fa il suo debutto Justice la prima serie emiratina distribuita internazionalmente su Netflix. ﻗﻠﺐ ﺍﻟﻌﺪﺍﻟـة, questo il suo nome in arabo, tratta delle vicissitudini di Farah, una giovane avvocatessa decisa a trovare la sua indipendenza ad Abu Dhabi
Qalb Al ‘Adala
Dopo essersi laureata negli Stati Uniti, la giovane Farah, figlia del noto avvocato emiratino Hasan, decide di non iniziare a lavorare nello studio di famiglia per seguire il suo sogno, quello di aprire autonomamente un suo studio legale, nonostante le rigidità culturali degli Emirati Arabi Uniti.
Grande produzione
La prima cosa che si nota di questa serie, come per The Worthy, è la grande volontà di fare un “bel prodotto”. Lo si nota dalle riprese, dal montaggio e da qualsiasi lato tecnico, la serie da questo punto di vista è inattaccabile e mostra l’impegno sempre crescente di Abu Dhabi per ciò che riguarda il mondo dell’intrattenimento. Il problema grave, come per The Worthy, è però la mancanza di anima.
La serie non ha nessun elemento particolarmente caratteristico se non l’ambientazione e la lingua. Molto interessante vedere più da vicino un paese che, sempre di più, sta diventando centro di ricchezza e futuro, ciò però non compensa la mancanza di un “grip” che la renda accattivante.
Già visto
The Justice non offre nulla di nuovo, è questo il punto. Siamo sicuri che andrà bene in luoghi in cui questo genere manca, ma non è all’altezza per sfondare in un mercato già ampiamente saturo. Le varie Ally McBeal, Law and Order o tanti altri, sono già andati a colmare la curiosità dello spettatore e il risultato e che oggi il pubblico, per godersi un prodotto del genere, ha bisogno di qualcosa che al centro abbia proprio “un anima”.

Come per The Worthy, non ci sentiamo però di bocciare in toto la serie. L’impegno c’è stato e considerando che è uscita a solo un anno da quel film, tutto si spiega. Proprio per questo siamo però curiosi, e speranzosi, di vedere il livello alzarsi a breve. Secondo noi dovrebbero seguire la strada intrapresa da Börü (evitando magari di esser tanto precisi nei nomi) e fare un prodotto che, per quanto di respiro internazionale, mostri qualcosa di regionale al 100%. Sarebbe affascinante vedere, ad esempio, una serie incentrata sui Jinn o su una famiglia di beduini negli Emirati pre-petroliferi. P.S. noi al momento abbiamo visto solo la prima puntata.
E a voi? Cosa vi piacerebbe vedere su Netflix? Fateci sapere nei commenti.
Seguimi su facebook, Spotify, YouTube e Instagram, oppure sul canale Telegram; trovi tutti i link in un unico posto: qui. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente