Un saggio di rara potenza e chiarezza, un testamento lasciato dall’autore per tutto il mondo arabo. Nel suo ultimo saggio, Samir Kassir ci mostrerà le cause di questa grande “infelicità” e i passaggi che questo popolo deve fare per risorgere, ancora una volta, dalle proprie ceneri.
“L’Infelicità araba”
«Questo libro-manifesto porta in sé la forza di un testamento e la forza visionaria di un inizio. Nel drammatico amalgama tra fine individuale e inizio collettivo, Samir Kassir condensa il suo percorso di avvicinamento a una nuova Rinascita araba, che difenda la modernità e che rilegga la cultura araba contemporanea con spirito critico rinnovato. Il testamento, che ridisegna l’immagine dell’intellettuale, definendolo una coscienza libera da tutti i vincoli che non siano l’impegno per la libertà e la difesa della verità cosí come l’intellettuale se la rappresenta.
L’Alhambra a Granada
E l’inizio, che ha coniato grandi modelli che ci chiedono di essere oltrepassati e perfezionati, perché devono essere portati a maturazione da un lavoro storico-culturale che si metta all’opera per rompere il cerchio dell’infelicità araba. È per questo che il lettore sente di essere davanti a un grido che chiede libertà e democrazia. A lanciarlo è un giornalista che vive gli eventi. A fargli assumere forma è uno storico che elabora la memoria. E in questa fusione si afferma l’unicità di Samir Kassir». Elias Khoury
Testamento per il mondo arabo
Basterebbero le parole dello scrittore Elias Khoury per raccontare il valore di quest’opera, l’ultima prima che Kassir morisse in un attentato a Beirut. Nel saggio ci vengono mostrate le cause di questa “infelicità araba”, un sentimento che pervade l’intero mondo arabo e che, in questo momento storico, gli impedisce di emergere. Lo scrittore ci tiene comunque a far notare, durante tutto il testo, che molto spesso sono gli stessi arabi ad ignorare la loro stessa storia.
Samir Kassir
Secondo Kassir, infatti, la cultura araba non ha mai smesso di svilupparsi, rimanendo, al contrario, una delle poche zone del mondo ad aver mantenuto tutt’oggi una cultura originale; oltre ad essere l’unica potenza ad aver tenuto testa all’Europa per secoli. La causa di questo affossamento sta allora da ricercarsi in epoca moderna con il “fallimento della Nahda”, la rinascita culturale araba di inizio “900 e delle rivoluzioni politiche degli stessi anni. In particolare l’autore attribuisce alla nascita di Israele uno scoglio insormontabile ai popoli arabi , una presenza estranea proprio nel luogo delle loro origini. Tradizionalmente infatti è il Mashreq, il mondo arabo d’Oriente, ad influenzare il resto della cultura, grazie ad un’abbondanza incredibile di artisti e letterati. L’assedio di Beirut, in particolare, rappresenta per l’autore la fine definitiva di questo movimento che proprio in seguito a tale evento verrà meno.
Crederci
Per Samir Kassir, tuttavia, una rinascita è ancora possibile, seppur di difficile attuazione, ed è da ricercarsi in un rinnovamento del passato. Ma non in un passato guardato con riverenza, bensì con ispirazione. Uno dei difetti di tale periodo, dovuti proprio alla condizione di estrema delusione e di povertà in cui vessa buona parte degli arabi, è infatti quello di copiare acriticamente dal passato, guardando alla modernità come un invasore da temere e combattere. È proprio in un clima di tale delusione, infatti, che gli arabi hanno iniziato ad essere affascinati da martirio, prima di allora mai comparso prima in questi luoghi.
Una rinascita tuttavia è ancora possibile e dovrà necessariamente sfruttare il nuovo e l’eterogeneità di un mondo tanto vasto e da sempre di ampio respiro. Paradossalmente, infatti, sono proprio i paesi arabi ad aver trovato la loro forza dalla diversità, al contrario dell’Europa che tradizionalmente vive di basi etnico-nazionali. Proprio nelle differenze e nella commistione di stili e culture il Medio Oriente ha trovato la sua forza, proprio in esse deve trovare la forza di rinascere. Un rinnovamento che dovrà necessariamente adattarsi ai nostri tempi, senza però perdere la sua identità.
Siamo orgogliosi di esservi riusciti a portare così presto “Infelicità araba“, un libro che prima di qualche giorno fa non conoscevamo ma che ci ha stregato nel profondo. Condividiamo infatti appieno il messaggio di Kassir e siamo orgogliosi di aver scoperto che, in un certo senso, il nostro sito contribuisca a far crescere quelle che erano le sue speranze. Seguiteci sulla nostra pagina facebook, Spotify, YouTube, Twitter e Instagram, oppure sul nostro canale Telegram. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.