This article is also available in:
English
Abbiamo incontrato Francesco Tieri, maratoneta per passione, che ci porterà a correre con lui ad Istanbul e in Medio Oriente. Un viaggio fatto di paesaggi incredibili ed emozioni, sarà solo il primo di tanti?
K: Da dove nasce la passione per la maratona e perché proprio Istanbul?
F: Sono un musulmano italiano a cui piace viaggiare verso est, ho 43 anni e corro da circa un anno e mezzo. Non ho vere e proprie ambizioni sportive, vista l’età ed i tanti impegni anche familiari, e non sento affatto il richiamo della Maratona di New York. Ho cominciato dopo il Ramadan 2017 per partecipare ad un’iniziativa della comunità islamica sul diritto al culto, in occasione di una mezza maratona che si sarebbe corsa il settembre successivo. Poi, però, ci ho provato gusto e a novembre dello stesso anno correvo per la terza volta una 21Km che, con mia grande sorpresa, portai a termine quasi 5 minuti sotto le 2 ore.

Nello stesso giorno in Turchia si correva la Maratona di Istanbul e l’idea di partecipare all’edizione successiva, cioè a quella di quest’anno, prese posto nella mia testa. Non ho avuto la pazienza di aspettare un anno ed ho fato subito il mio esordio sui 42 Km a Roma, dopo 9 anni di inattività e 9 mesi di allenamento. Ci ho messo 4h13’, e questo al momento è il mio tempo migliore nella maratona.
K: Come è cambiata la tua vita da quando hai iniziato ad appassionarti alle maratone? Per prepararti a questa maratona hai fatto una preparazione su misura?
F: Fisicamente mi sento molto meglio solo che ho preparato 2 maratone in un anno, per poi correrne tre, ed un impegno così oneroso e prolungato un po’ mi ha saturato. Credo che la prossima primavera non correrò maratone.
Ho sempre seguito un programma di allenamento fai-da-te, consultando quello che si trova in rete e qualche libro. Mi ritengo soddisfatto di ciò che riesco a dare sulla distanza della mezza maratona, dove ho un personal best di 1h49’, e dove riesco a controllare e massimizzare lo sforzo su tutta la distanza. Ma per la gestione di una gara come la maratona non posso dire di essere io a correrla tutta. Nella seconda parte della gara mi è sempre capitato di non avere il controllo della performance.
K: Qual’è il tipo di esperienza che si prova a correre sul Bosforo? Che dettaglio che porti a casa da quest’avventura?
Il Bosforo è più bello attraversarlo via mare, ma la suggestione di correre su un ponte che unisce l’Asia all’Europa, correndo l’unica maratona al mondo che attraversa due continenti, è davvero forte.
Avevo visitato Istanbul più volte e non credevo di provare tante nuove emozioni. Forse la più significativa, come è normale che sia in una maratona, è stata l’arrivo al traguardo, davanti alla Moschea Blu. Ci ero passato la sera prima ed era già tutto pronto. Ho pregato li prima di prendere il bus per raggiungere il punto di partenza, che era a Uskudar, sulla sponda asiatica. Ma arrivare in Sultanhamet dopo una maratona in cui ho tanto sofferto è stato davvero bello.

Tecnicamente porto a casa la consapevolezza che al mio livello di esperienza e di resistenza forse avrei dovuto evitare di pianificare 2 maratone a 7 mesi di distanza l’una dall’altra e col mese di Ramadan tra le due. A Istanbul ho provato tanta fatica e ci ho messo 4h29’. Per massimizzare la resa di una preparazione che mi era pesata più della precedente maratona, a 3 settimane da Istanbul ho corso la Maratona di Latina, ci ho messo lo stesso tempo ma gestendomi un po’ meglio di come avevo fatto in Turchia.

K: Correre in Medio Oriente a molti sembrerà quasi un controsenso visto la paura media che genera in virtù di guerre vere e presunte. Cosa ne pensi tu, invece? Cosa cambia, anche localmente, nella gestione e nell’atteggiamento verso questo tipo di discipline e competizioni?
Non riesco proprio a considerare la Turchia, e soprattutto Istanbul, come Medio Oriente. La Sublime Porta era uno dei nomi dell’Impero Ottomano, che comprendeva un po’ tutto il Medio Oriente ed Istanbul era la sua capitale. Credo che questa città vada considerata una porta tra oriente e occidente, per la sua storia millenaria ma anche per quella contemporanea.

Per quanto riguarda la percezione del pericolo, dopo un picco di partecipanti nel 2014, a seguito dei primi attentati del 2015 e del tentato colpo di stato nel 2016, per 3 anni le iscrizioni alla maratona di Istanbul sono state in calo, come il turismo in Turchia in generale. Nel 2018 si è registrata un’inversione di tendenza, nelle iscrizioni alla maratona come per il turismo, ed io consiglio a tutti di correre a Istanbul. Insieme ad altri amici abbiamo aperto la pagina Facebook Yalla, Corri ad Istanbul con l’obbiettivo di fare gruppo in occasione dei due eventi podistici internazionali che si svolgono nella città: la maratona a novembre, a cui sono abbinate gare di 10Km e 15Km ed anche una stracittadina, tutte con partenza dalla sponda asiatica e con passaggio sul ponte intercontinentale; e la mezza maratona di aprile, a cui sono abbinate la stracittadina e una gara di 10Km, senza passaggio sul ponte ma con un percorso molto panoramico.
Avendo corso la mia prima maratona a Roma 7 mesi prima, posso dire che il livello organizzativo della Maratona di Istanbul è di standard almeno pari, e la cosa era percepibile già al Marathon and Sport EXPO allestito nei giorni precedenti. Del resto l’evento a Istanbul, nel suo complesso, è da tempo una Gold Label Road Race, mentre nel 2018 le Maratone di Roma e Milano erano Silver Label.
K: Qual’è il prossimo impegno irrinunciabile per un amante di maratona e Medio Oriente?

F: Venerdi 22 marzo si corre a Betlemme la Palestine Marathon- Freedom of Movement, un evento importantissimo per chi ha a cuore le sorti della Palestina (le iscrizioni sono già aperte e terminano il 22 febbraio). La libertà di movimento dei palestinesi è molto limitata ed andare a correre con loro a Betlemme, in una città che conosco e che rivisiterei volentieri, molto importante anche per il Cristianesimo, è un piccolo sogno nel cassetto.
Cade a metà tra 2 mezze maratone che vorrei correre, la Roma-Ostia e la mezza maratona di Istanbul. Quindi di sicuro non ci andrei per correre 42Km. Ma sono previste anche una mezza maratona ed una 10km, e mi piacerebbe tanto portarci le mie scarpe da corsa in Palestina, anche per soli 10mila metri. Magari miglioro lì il mio personale sui 10Km che è sotto i 48’.
K: C’è invece una maratona che, nonostante il pericolo saresti lieto di correre?
F: A cavallo tra novembre e dicembre 2019 ci sarà invece la Baghdad Marathon for Peace, che quest’anno è giunta alla sua quarta edizione e forse l’anno prossimo sarà proprio una maratona completa, finora invece è stata una mezza maratona. Avrei voluto esserci quest’anno ma ho iniziato a pensarci seriamente dopo la maratona di Istanbul, quando ormai era troppo tardi. Si corre su strade sottratte al controllo dell’ISIS, armati di scarpe da corsa, e per una Baghdad nuovamente Madinat as-Salam, città della Pace, come era chiamata in epoca Abbaside (VIII sec.-XII sec.).

Tra i promotori di questo evento c’è anche il mio team sportivo, Sport Against Violence che organizza anche eventi in Italia per veicolare certe tematiche. Per 10 anni ha organizzato a Roma la Staffetta 12×1/2mezzora, nello Stadio Nando Martelli alle Terme di Caracalla, un evento socio-sportivo che alla quinta edizione ha ricevuto la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica. Nel programma dell’ultima edizione c’è stato un momento di dibattito su Iraq, Siria e Palestina. Chi non se la sente o non può andare a correre all’estero in posti come la Palestina o l’Iraq, può sempre sostenere la suddetta tipologia di eventi sportivi organizzati in Italia.
Per Istanbul invece non ci sono scuse, la maratona in autunno e la mezza maratona in primavera sono due eventi da provare almeno una volta. Il caffè turco lo offro io.
Ringraziamo Francesco per averci raccontato della sua esperienza di maratoneta dei due mondi, non vediamo l’ora di raccontarvi il prosieguo. Seguiteci sulla nostra pagina facebook, YouTube e Instagram, ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente. Leggi l’articolo anche su Sport Tribune.

Pingback: Si è corsa ieri la Maratona di Istanbul, l’unica su due continenti. A maggio la finale di Champions League, Istanbul è una città imperdibile e fare appello al boicottaggio un'assurdità - La Luce
Pingback: Si è corsa ieri la Maratona di Istanbul, l’unica su due continenti. A maggio la finale di Champions League, Istanbul è una città imperdibile e fare appello al boicottaggio un'assurdità - La Luce