Susan Abulhawa detenuta a Tel Aviv per 36h

This article is also available in: English

Una notizia improvvisa che ha fatto subito discutere. La scrittrice di “Ogni mattina a Jenin” si era recata in Israele per il Palestinian Literature Festival promosso dal British Council, presenza che è saltata in seguito all’arresto da parte delle autorità israeliane.

Detenzione

La sera del 1.11 la scrittrice giunge all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, appena scesa dall’aereo però scatta la detenzione. Susan porge immediatamente ricorso ma questo viene respinto il mattino seguente.

abulhawa
L’aeroporto Ben Gurion

Le autorità israeliane affermano con il loro portavoce Sabine Haddad che la detenzione è scattata a seguito di una violazione di procedura commessa da Abulhawa nel 2015. In quell’anno infatti si era recata in Giordania e attraversando il confine israeliano si era rifiutata di rispondere a domande postegli dalle autorità. Tuttavia Haddad ci ha tenuto a precisare che la detenzione non è legata all’attivismo della scrittrice nel BDS. A causa della difficile situazione la scrittrice ha dovuto cancellare la sua presenza al Palestinian Literature Festival, evento chiave della stagione culturale palestinese.

Dopo un silenzio lungo 36h Susan Abulhawa ha affidato ad un lungo post su facebook le proprie ragioni. Secondo la cittadina Usa, infatti, Israele non aveva comunicato la presenza di alcun divieto e la presunta “violazione di procedura” è assurda. La scrittrice sostiene che nel 2015 venne interrogata dalle autorità israeliane e che lì si sia rifiutata di rispondere a domande sulla propria famiglia. Susan Abulhawa è stata rimpatriata negli Usa dopo 36h di detenzione.

Palestinian Literature Festival, cos’è e perché è importante?

Il Palestianian Literature Festival nasce nel 2008 grazie alla scrittrice egiziana Ahdaf Soueif. Il suo obbiettivo è quello di garantire una formazione culturale in un territorio tanto difficile come quello palestinese. Il festival si svolge in diverse città della Palestina è si pone, anche da questo punto di vista, come valvola di sfogo per l’intero territorio.

abulhawa
Alcune storiche locandine del Festival

Fra i promotori si possono poi citare firme eccellenti provenienti sia dal mondo anglosassone che da quello arabo. Quattro su tutti Mahmoud Darwish, Chinua Achebe, Seamus Heaney ed Emma Thompson; lo scrittore palestinese in particolare ci tenne a dare la sua benedizione al Festival al quale però non poté mai partecipare visto che morì lo steso anno. Tutt’oggi il Festival continua a raccogliere importanti partecipazioni e l’arrivo di Susan Abulhawa ne è la diretta rappresentazione. La speranza che la scrittrice possa recarvisi però è resa più difficile dall’inasprimento del governo verso gli attivisti politici.

Seguiteci sulla nostra pagina facebook e Instagram, ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.

Le parole della scrittrice dal proprio profilo facebook

 

 

Questo articolo ha 0 commenti.

  1. perdamasco

    Si dice che il maggior successo di Satana sia far credere che non esiste. Lo stesso si potrebbe dire del razzismo (nell’individuo come in un popolo) se l’intendiamo come ragione della forza sulle ragioni della vita. Certamente non ignoro quanto ha patito il popolo israeliano, ma si può ignorare l’appresa lezione che sta facendo subire a Palestina? Non credendo alla fame di potere, si. E pensare che ne aveva di più quando ne aveva meno.

Lascia un commento