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Il capolavoro di Mahi Binebine ci mostra la genesi dei tragici attentati del 2003 a Casablanca permettendoci di entrare nella mente di uno degli attentatori. Sarà il fantasma di quest’ultimo a raccontarci la sua storia.
Il grande salto
Fuggire la povertà, il silenzio e la violenza dei padri, l’assenza totale di una speranza: è questo ciò che cercano di fare Yashin, Hamid, Nabil, Fouad, Khalil e Azzi, sei ragazzini nati e cresciuti a Sidi Moumen, baraccopoli di Casablanca dimenticata da ogni Dio. Un giorno Hamid, il fratello maggiore di Yashin, cade vittima di Ahou Zoubeir, carismatico leader fondamentalista che “conosceva le parole giuste, parole ghiotte che si fissavano nella memoria e, dispiegandosi in essa, fagocitavano i detriti che la intasavano”; è così che la religione giunge a offrire ai sei amici una disciplina, un percorso finalmente tracciato, un’insperata occasione di riscatto sociale, nonostante chiami al martirio.
Quando non hai nulla da perdere
“Il Grande salto”, ispirato a fatti realmente accaduti, ci mostra nel dettaglio la trasformazione di 6 giovani ragazzi, da delinquenti di strada a veri e propri martiri. Mahi Binebine ci mostra per tutto il romanzo quanto sia densa di attrattiva il Paradiso per chi non ha nulla da perdere. Entrambi i 6 ragazzini vivono in un quartiere nel quale il successo e i sogni non possono che essere un motore per la fuga e dove se non hai visto qualcuno morire è perchè sei cieco.

Nei fondali marini è facile lasciarsi incantare dalle luci delle affamate rane pescatrici e così faranno anche i 6 amici, convinti della bontà del “santo” Abou Zoubheir. Una bella luce che illuminerà il loro cammino per portarli alla distruzione poco dopo. Fa tenerezza vedere la semplicità e l’ingenuità dei ragazzi mentre seguono i loro benefattori come dei cuccioli innamorati del proprio macellaio. Sono quelli i passaggi in cui si vede maggiormente il lavoro psicologico compiuto dai fondamentalisti, un’inquietante trasformazione della realtà nella mente di quei 6 ragazzini.
Duro e profondo
Il romanzo di Mahi Binebine è uno degli ultimi grandi capolavori della letteratura marocchina, riuscendo a diventare anche testimonianza autorevole del processo di radicalizzazione. Un romanzo che vi terrà incollati alle sue pagine, una storia che può aiutare, davvero a comprendere i fenomeni di terrorismo islamico che da anni ormai popolo l’Europa e non solo. Duro e profondo, da esso è stato tratto il film di Nabil Ayouche “Les chevaux de dieu”.
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