Imran Khan, dal cricket al governo pakistano

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Imran Khan, una figura che ha saputo trascinare  il suo paese anche oltre i campi di cricket, consolidando così la sua leggenda sia fuori che dentro il campo.

Nobili origini

Che Imran Khan fosse destinato a grandi cose lo si vedeva persino dalla culla, basta iniziare dal cognome: “Khan“, la classe nobile che dominò l’India fino all’arrivo degli inglesi. Il pedigree lascia poi presagire come il cognome non sia frutto del caso o di una buon’assonanza. La sua famiglia paterna è di etnia pashtun e appartiene alla tribù Niazi, di cui uno dei suoi antenati, Haibat Khan Niazi, nel XVI secolo era uno dei principali generali di Sher Shah Suri, oltre a essere il governatore del Punjab. La madre invece trova le sue origini nel poeta-guerriero Sufi ed inventore dell’alfabeto Pashto, Pir Roshan.

Imran Khan

In una famiglia di questo tipo, se non sei uno dei più vincenti della tua generazione, rischi di non essere nessuno. Il futuro leader pakistano però, non è uomo da accontentarsi.

Il Beckenbauer del cricket

Nel 1972 si trasferisce in Inghilterra per studiare al Keble collage di Oxford dove potrà approfondire il suo impegno nel cricket, sport nel quale eccelle e che lo vede, ormai da 1 anno, presenza fissa in nazionale. Nel 1975 termina il suo corso di studi ad Oxford diplomandosi con il massimo dei voti in filosofia, politica ed economia. Così facendo Imran può finalmente tornare in Pakistan dove potrà mostrare il suo popolo ciò che ha imparato in  Inghilterra.

Imran Khan
Un giovane Imran Khan

Soprannominato “Beckenbauer” per le sue doti da leader in campo, fu il capitano della nazionale dal 1982 al 1992. In particolare Khan annunciò il suo ritiro dalla nazionale al termine della Coppa del Mondo del 1987, l’insistenza del presidente Muhammad Zia-ul-Haq lo spinsero però a ritornare e disputare la Coppa del Mondo del 1992 all’età di 39 anni. La spedizione si rivelò però corretta e il Pakistan vinse la sua prima e unica coppa del mondo di cricket, portando Imran Khan nella leggenda dalla porta principale.

Nello sport come nella vita

Nel 1996 fonda il partito Pakistan Tehreek-e-Insaf e con esso inizia a far sentire la sua voce al paese. Nel 2001 si schierò contro la guerra in Afghanistan e nel 2002 venne arrestato per aver partecipato ad protesta studentesca contro lo stato di emergenza. Fu rilasciato nel 2007 e nel 2008 si lanciò contro i risultati delle elezioni, accusate di essere truccate. Nel 2013 la scena si ripeté ma questa volta Imran poté contare anche sull’appoggio degli altri partiti politici e nel 2014 organizzò la “Azadi March” che si rivelerà poi fondamentale per condizionare l’opinione pubblica. Nel 2017 il presidente Nawaz Sharif fu sospeso per lo scandalo dei Panama Papers e nel 2018 venne condannato a 10 anni di carecere, confermando così anni di battaglie del khan.

Imran Khan

Il 17 agosto 2018 Imran Khan è stato eletto Primo Ministro del Pakistan vincendo con 178 voti contro i 96 di Shehbaz Sharif.

Una rivoluzione culturale

L’obiettivo di Imran Khan è stato sempre quello di rendere, per la prima volta nella sua storia, il Pakistan un paese indipendente e in grado di svolgere un ruolo da protagonista nella regione. Un “paese nuovo” insomma e che sappia rimanere fedele ai principi di Mohammed Ali Jinnah, mitico padre fondatore del Pakistan. Non a caso i valori islamici sono uno dei suoi cavalli di battaglia, inclusi anche: un’economia liberale, un taglio alla burocrazia, l’istituzione di leggi anti-corruzione assieme ad un tribunale indipendente e infine una revisione totale del sistema di polizia.

Imran Khan
Imran Khan con la Coppa del Mondo del 1992

5 pilastri per un governo che aspira al cambiamento guardando ai moghul… I presupposti ci sono tutti visto e considerato che, ad oggi, secondo il sito Yougov è la persona più amata nel Pakistan e la 12° nel mondo. Un nobile capitano pronto a guidare il Paese, trascinandolo come in un mondiale di cricket.

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Questo articolo ha 0 commenti.

  1. Interessante la notizia di questa persona sconosciuta ai più in Europa, non voglio entrare nel merito ma poiché leggo in vari quotidiani e riviste occidentali che l’Afganistan dominato dagli Americani in occupazione con altre potenze lì straniere fra cui l’Italia con 4.000 uomini e mezzi addirittura si sta contendendo la riunificazione dei Talebani prima sconfitti con l’Isis per mettere le mani appunto sull’Afghanistan . Ora se l’uomo è un buon giocatore di Criket non è detto che sia anche un aquila per le vicende del suo popolo. e 10-15 anni di dominio USA ed internazionale non si possono nascondere come polvere sotto il tappeto perchè credo che sia questo che vedono gli afgani semplici che per campare devono diventare produttori e spacciatori di droga e a cui tutti i tioli nobiliari del suddetto poco portano in spalla

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