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Certi artisti riescono a rimanere incollati alla storia grazia ad un solo, indimenticabile pezzo. Cresciuta nei sobborghi di Londra in una famiglia palestinese, Shadia Mansour porta nella sua musica tutta la rabbia e la grinta della sua terra.
Londra, humus del rap politico
Shadia Mansour appartiene alla generazione d’oro del rap underground londinese, capace dar vita in pochi anni ad artisti del calibro di Lowkey e Mai Khalil, veri e propri fuoriclasse nel coniugare l’hip hop all’arabo, lingua madre dell’artista. Grazie a queste collaborazioni l’artista palestinese è riuscita a mettere in mostra per le prima volta le sue capacità tecniche ed artistiche arrivando a collaborare con artisti internazionali quali Narcy, Logic e tanti altri.
Rap di strada
Lo stile inconfondibile di Shadia Mansour si fonda sul rimanere incollata alle origini dell’hip-hop politico, fatto di strada e di rabbia. Il suo stile molte volte non è bello da sentire ma si percepisce che è vero, autentico ed inconfondibile. È lo stile dei gazawi (abitanti di Gaza) innamorati delle proprie origini e che sognano ancora di avere un loro posto nel mondo.
Questo stile trova poi il suo massimo apice nel suo pezzo di culto “El Koffeye Arabeyye”, vero è proprio inno d’amore ad un copricapo che Arafat ha reso iconico del popolo palestinese. Il pezzo non nasconde le idee politiche di questa artista, da sempre in prima linea insieme ai propri colleghi per la propria terra.
The first lady of Arabic hip hop
Il suo impegno e il suo stile gli hanno consentito negli anni di diventare una vera e propria ambasciatrice della Palestina nel mondo, nonché “The first lady of Arabic hip hop””, il tutto con un solo pezzo. Un percorso molto simile a quello di Omar Offendum, altro rapper entrato nella leggenda dell’hip hop underground.
Shadia Mansour è un’esperienza unica per chiunque ami le lotte politiche e in particolare quelle legate alla causa palestinese. Un inno alla libertà da una delle artiste più interessanti degli ultimi anni.
Se ti è piaciuta Shadia Mansour prova ad ascoltare i DAM.
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Mi ha incuriosito,ma canta in. ……spagnolo!? (evidentemente hispano americano)
Nono, quella è Ana Tijoux, lei è quella che canta in arabo 😅
Lei è nata e cresciuta in Inghilterra ma ha deciso di cantare in arabo per rivendicare la sua identità di palestinese nella diaspora. Pure in collaborazione a più voci come “Free Palestine – Part 2”, la lingua in cui si esprime è l’arabo…perchè resta legata la suo ruolo di ambasciatrice della Palestina e anche perchè ormai è la sua firma artistica.
Non penso che sia solo la canzone El Koffeye Arabeyye ad averla consacrata come the first lady of arab hip hop, di canzoni ne ha tante forse quest’ultima canzone l’ha piuttosto confermato.
Ho avuto occasione di sentirla live un paio di volte ed è davvero un portento e a me il suo stile piace, per di più è una persona molto alla mano.
Purtroppo ho fatto solo un’introduzione ma appena ho più pubblico non vedo l’ora di portarne una versione più approfondita. Se vuoi mandarmi un testo tuo a riguardo o collobarare con il sito non esitare a contattarmi 😉 purtroppo essendo da solo faccio un po’ fatica a portare più articoli ma 2 teste sono meglio di una