Idriss Ela, fotografo sahrawi

This article is also available in: English

Una chiacchierata con Idriss Ela, uno dei fotografi amatoriali più talentuosi del Bel Paese, con l’Africa nel sangue, radici marocchine e una vita che parla italiano.

K: Chi è Idriss Ela?

I: Sono un fotografo italo-marocchino che ha vissuto la maggior parte della sua vita in Italia. Ci tengo a precisare però che lo faccio per passione e non professionalmente.

K: Dove vorresti arrivare come fotografo?

I: È qualcosa a cui non ho mai pensato perché fotografo in quanto innamorato di quest’arte. Prima di innamorarmi del “fare foto” mi sono innamorato dell’osservarle. Mi piaceva studiarle, analizzarle, capire che cosa trasmettono. La passione del fare foto è arrivata dopo e insieme con lei la passione per i viaggi che secondo me sono gemelli inseparabili.

Idriss ela

K: Che impatto hanno avuto le tue origini sahrawi nel tuo modo di fotografare? Qual’è il tuo rapporto fotografico con il Marocco?

I: Il mio essere marocchino-sahrawi mi ha aiutato molto a dare una mia impronta alle foto. Mi ha aiutato a guardare le cose con occhi diversi rispetto ad altri. Secondo me infatti la fotografia serve ad intrappolare le nostre storie attraverso l’immagine di altri.

K: In questi anni hai fatto tante fotografie al Marocco e in Italia, che differenza c’è fra fotografare il Marocco e l’Italia?

I: La differenza è immensa, fotografare i due luoghi sono 2 esperienze completamente differenti. È difficile da spiegare ma vi basti pensare che quando sono tornato dal Marocco mi sono bloccato. Per intere settimane non sono riuscito a fare foto, ero troppo stregato dal ricordo del Marocco. Lì luce, clima e paesaggi sono completamente diversi, sono come più “ricchi”, è difficile da spiegare a chi non lo ha vissuto.

Idriss ela

K: Che differenza c’è nel modo di porsi davanti al fotografo? Hai la “tua fotografia preferita”?

I: Sono più disponibili rispetto all’Italia, gli piace proprio mettersi in mostra. Sinceramente non ho “fotografie preferite” ma ho le più brutte.

K: Ma quindi per te è più facile individuare la più brutta rispetto alla foto?

I: Si perchè secondo me in quel caso è scolpa del fotografo, non ha saputo mostrare al meglio quello che voleva ritrarre.

idriss ela

K: Ma quindi per te la fotografia è abilità tecnica o artistica? Tu fra i due generi dove ti collochi?

I: Non penso ancora di essere ad un livello tale da “delinearmi bene”, però l’abilità tecnica secondo me fa molta differenza fra un grande fotografo e uno bravo.

K: Che progetti hai per il futuro?

I: Mi piacerebbe tanto fare una mostra, però sto aspettando l’occasione giusta e il tema giusto. Non mi piacerebbe che la gente venga a vedere me, vorrei che venissero per il mio lavoro.

img-20180802-wa0018-011609153615361580763.jpeg

K: Cosa consiglieresti ad un ragazzo di seconda generazione appassionato di foto?

I: Noi partiamo avvantaggiati, abbiamo 2 culture che ci arricchiscono rispetto ad altri e offre una diversa visione del mondo, più ampia e originale.

Ringraziamo Idriss Ela per l’intervista, come da nostro stile abbiamo modificato tutte le foto, se volete scoprire gli originali seguitelo su Instagram e Facebook.

Seguiteci sulla nostra pagina facebookSpotifyYouTubeTwitter e Instagram, oppure sul nostro canale Telegram. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.

Lascia un commento